Musica e tendenze

Perché si collezionano vinili?

C’entra la volontà di conservare la memoria musicale ma non solo: i dischi sono anche un modo per raccontarsi e unire una comunità di appassionati

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Mercatino vinili.jpg

In cerca del Sacro Graal a 33 o 45 giri

  • Keystone
Di: Alphaville/RigA 

Anche se non siamo fini esperti di supporti musicali, il disco in vinile (tradizionalmente) nero, con la sua grande copertina (che ne fa apprezzare i dettagli) e la busta con il foro al centro, ci colpisce. È un bell’oggetto. Che trova sempre più riscontro fra i collezionisti, pronti a lanciarsi a caccia delle edizioni da avere assolutamente non importa dove, se nell’ambiente virtuale o nel mondo reale. 

Restando nella realtà tangibile, notiamo come anche nella Svizzera italiana negli ultimi anni abbiano aperto diversi negozi che vendono proprio dischi in vinile. E poi ci sono le fiere, quelle dedicate, dove ogni bancarella vale almeno la pena di un’occhiata.

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I giovani che comprano il vinile

Il Quotidiano 12.02.2025, 19:00

Accumulatori seriali di dischi di cui si occupa Francesco Brusco, musicista, dottorando in Musicologia e insegnante universitario. Per lui i collezionisti hanno in sé una vena patologica «nell’essere così attaccati al contenitore ancor più che al disco stesso». Gli “scimmiati” di vinile si ritrovano così ai mercatini «che danno luogo a delle vere e proprie scene musicali che tradizionalmente ruotavano intorno ai palchi e ai live» spiega Brusco, «Oggi, sempre di più, il collezionismo propone dei luoghi diversi per la creazione di queste scene che sono luoghi d’appartenenza, di identità non solo musicali».

Se il contenuto dei dischi perlopiù è già conosciuto e disponibile in altri formati audio, sono le varie edizioni del vinile a fare la differenza. Tra i criteri Brusco identifica «innanzitutto lo stato di conservazione, quella che in inglese si chiama copia mint, in condizioni pressoché perfette, ma anche eventuali errori di stampa sulle copertine, tirature particolari o provenienze geografiche insolite». 

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Puliamo il vinile!

RSI Cult+ 22.04.2023, 00:00

Collezionare (vinili, in questo caso) per collezionare sé stessi, raccontare la propria biografia, ma non solo. Perché «il fenomeno ha assunto anche altri tratti, maggiormente legati alla società del consumo, al desiderio di conservare un patrimonio storico-culturale. Una cosa che ci fa oscillare tra l’accumulazione compulsiva e una custodia un po’ più sana della memoria musicale» osserva Brusco.

Brusco, che si definisce «collezionista in potenza» perché «il prezzo dei vinili mi trattiene dall’essere un maniaco» attinge alla propria esperienza, rilevando che «la maggior parte dei vinili acquistati sono degli album che io già posseggo in altri formati e paradossalmente il vinile non lo ascolto quasi mai, perché poi si ha paura di rovinarlo. Si ha una coscienza della deperibilità del supporto».

L’amore per il vinile ha creato una comunità «che si sposta di fiera in fiera e si riconosce, quindi ci ritorna per rincontrarsi». Ritrovare altri appassionati ma anche il venditore di fiducia con cui, ha notato Brusco, «si crea una sorta di complicità, quasi il venditore diventasse a un certo punto il tuo pusher di dischi, dal quale aspetti anche una validazione del prodotto che viene venduto su quelle bancarelle». Legami armoniosi che, fra acquirenti, possono trasformarsi in competizione «per accaparrarsi il Sacro Graal che ogni fiera promette di proporre». E lì non si fanno prigionieri.

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Collezionare sé stessi

Alphaville 02.09.2025, 11:45

  • iStock
  • Marco Pagani ed Elisa Rossello

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