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Black History Month

Perché celebrare ancora oggi l’eccellenza afroamericana

  • 10 febbraio, 13:21
diritti umani
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Di: Emanuela Musto

Febbraio è il mese del Black History Month. La celebrazione dei successi degli afroamericani è l’occasione per riconoscere il ruolo fondamentale che questo popolo ha avuto nella storia degli Stati Uniti.

La storia di questa festività inizia nel 1915, mezzo secolo dopo il XIII emendamento che abolì la schiavitù in America. in quel settembre, lo storico Carter G. Woodson e l’eminente ministro Jesse E. Moorland fondano l’”Associazione per lo studio della vita e della storia dei neri” (ASNLH), un’organizzazione dedicata alla ricerca e alla promozione dei risultati dei neri americani o di discendenza africana. Nel 1926 il gruppo sponsorizza una settimana nazionale di storia dei neri, scegliendo la seconda settimana di febbraio in concomitanza con i compleanni di Abraham Lincoln e Frederick Douglass. Negli anni successivi, i sindaci di tutto il paese iniziano a diffondere delle cerimonie annuali in riconoscimento della “Settima della storia dei neri”. Negli anni ’60, sempre grazie al movimento dei diritti civili e alla crescita della consapevolezza dell’identità nera, la celebrazione si espande dagli iniziali sette giorni e si evolve: nasce così il Mese della storia nera.

Moltissimi campus universitari in tutto il paese iniziano ad ospitare questi eventi. Nel 1976 Gerald Ford riconosce il Black History Month invitando il pubblico «a cogliere l’opportunità di onorare i risultati troppo spesso trascurati degli afroamericani in ogni area di attività nel corso della storia».

A tutt’oggi questa ricorrenza serve a celebrare i contributi e l’eredità degli afroamericani e afrodiscendenti nella storia e nella società americana, ricordando le opere degli attivisti e pionieri dei diritti civili (come Harriet Tubman, Martin Luther King, Rosa Parcs, Malcom X) o dei leader dell’industria, della politica, dello spettacolo, della scienza, della cultura e via dicendo. Tale evento ha ispirato scuole e comunità a livello nazionale nel promuovere e organizzare celebrazioni locali, ospitare spettacoli e conferenze.

Carter G. Woodson

Il Black History Month è celebrato ogni anno in America, tuttavia, un uomo con un’idea innovativa su come il paese vedeva i neri americani ha fatto la differenza nella storia degli Stati Uniti: Carter G. Woodson. È stato lui, di fatto, l’inventore del Black History Month,

Woodson nasce in Virginia nel 1875, dieci anni dopo la fine della Guerra Civile. Figlio di una coppia di ex schiavi, il destino di Woodson sembra debba essere quello di una vita dedita ai lavori manuali al Sud. Eppure i genitori di Carter, fieri di aver ottenuto la libertà aiutando l’Unione durante la Guerra, trasmettono i valori di libertà ed emancipazione al figlio. Carter eredita la consapevolezza di non dover sprecare l’occasione guadagnata dalla famiglia, inizia prima come autodidatta nei campi di cotone poi studente alla Douglas High School a Huntington. Diplomatosi nel 1897 (pagandosi gli studi scavando il carbone in miniera) il giovane diviene storico e nel 1912 è il secondo afroamericano a conseguire un dottorato ad Harvard. Il giovane si laurea in un contesto storico in cui al Sud nasce il Ku Klux Klan che terrorizza la popolazione nera, in cui la cultura è segnata dalla proiezione dl film razzisti come Birth of a Nation e in cui la realtà sociale è travolta da una stagione di scontri razziali che semina vittime, soprattutto nere (conosciuta come l’Estate Rossa, Red Summer),

Disincantato dal clima politico, Woodson si rende conto che il razzismo è il risultato logico di un’istruzione che non riconosce il contributo dei neri nella storia dell’umanità. Rifiutandosi di accettare l’indifferenza del mondo nei confronti dei successi neri, Woodson crea la Negro History Week. In una società razzista che raffigura le persone afroamericane in modo distorto e fuorviante e ne ignora i contributi, lui lavora incessantemente per raccontare al mondo la ricchezza della loro storia. «I neri non sono stati istruiti» scriveva «sono solo stati informati su cose che non gli è permesso fare». È in un clima del genere che Woodson si convince sempre di più di quanto sia importante e necessario che il mondo conosca meglio i contributi degli afroamericani per contrastare i preconcetti razzisti sulle loro capacità e aspirazioni.

Oggi il Black History Month dà vita a molteplici iniziative culturali di tutti i generi in gran parte dell’Occidente, raccontando le storie della dispora africana nel mondo. L’eredità di Woodson è diventata così la memoria viva e solida di un intero popolo.

Black History Month 2020

Diderot 13.02.2020, 17:40

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