Società

Gatti neri e cartomanti su TikTok: la superstizione ieri e oggi

Piccolo catalogo dei tentativi di prevedere fortune ed evitare sfortune, dal ferro di cavallo di Niels Bohr alla rivalutazione contemporanea della scaramanzia e di altre forme di pensiero magico

  • Oggi, 11:00
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Emma Thompson in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

  • IMAGO / Ronald Grant
Di: Valentina Mira 

Circa un miliardo di dollari: è la cifra a cui ammonterebbe il calo d’affari complessivo ogni venerdì 17 (in Europa) o venerdì 13 (nei Paesi anglosassoni).

Il motivo lo spiegano gli antropologi Elisabetta Moro e Marino Niola nel loro Gatti neri e specchi rotti - Perché siamo superstiziosi (Einaudi). In quelle date la gente viaggia meno, compra meno, di certo si presenta meno alle visite mediche. Il risultato è una sorta di profezia autoavverante: venerdì 17 porta sfortuna perché le persone sono convinte che porti sfortuna.

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Superstizione

RSI Shared Content DME 31.05.2022, 16:25

Nel saggio, la coppia Moro-Niola rivaluta e nobilita le radici della superstizione, a partire da quella etimologica: super - stitio (stare sopra, più in alto, avere un punto di vista ulteriore). Il libro offre 117 pagine di compendio dei perché; perché, per esempio, la coccinella porterebbe fortuna. Legata alla dea della bellezza nella mitologia norrena, Freia, nell’immaginario cristiano rappresentava Maria, con i cinque puntini sul dorso rosso a simboleggiare le piaghe di Cristo. In Provenza, se si posa su una ragazza e poi su un ragazzo - sostiene il libro - “la coppia di amanti è praticamente fatta”. In Inghilterra il volo della coccinella indica la direzione da cui verrà il grande amore.

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Gatti neri e specchi rotti, di Elisabetta Moro e Marino Niola

  • Einaudi

Il saggio tiene conto anche di curiose ambiguità culturali, come il modo di dire francese “j’ai envie de toi”, laddove envie è sia “voglia” che “invidia”. Sarebbe interessante studiare le implicazioni nel modo di amare di chi è cresciuto con una lingua che identifica a livello terminologico il desiderio con l’invidia. L’apoteosi dell’amore tossico: non è tuttavia solo dei francesi la prassi di distruggere chi si ama - o meglio, chi si vuole.

Niels Bohr, Premio Nobel per la Fisica nel 1922, alla porta del suo studio all’università di Copenaghen aveva un ferro di cavallo; interrogato a riguardo, rispose: «Non ci credo, ma in realtà funziona».

2025: La superstizione via social

Specchi rotti, saliere, olio, scope, gatti neri, civette e persone che ne toccano o guardano altre con intenti più o meno positivi, più o meno inconsci, il libro dei due antropologi - entrambi professori ordinari all’Università di Napoli - s’inserisce in un contesto culturale contemporaneo che sembra perfetto per la rivalutazione della superstizione. Basta passare una decina di minuti su TikTok per rendersi conto del fenomeno. La quantità di giovani che s’improvvisano cartomanti è sorprendente.

Non solo la tarologia, ma anche l’astrologia, e rituali con la luna, col fuoco, con l’acqua, gli onnipresenti “angel numbers”, i numeri angelici (nient’altro che numeri che si ripetono, come il 22:11 appena scorto sul display del computer nel momento in cui queste parole vengono scritte; la vita ha una buona ironia, e non le piace d’esser capita).

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Fortuna

Cliché 13.03.2024, 22:00

A cosa sia dovuto questo ritorno in pompa magna della superstizione e di forme di sedicente spiritualità, anche piuttosto ibrida, quasi panteistica, popolare eppure tecnologica, propagandata dall’algoritmo, è domanda più complessa.

La risposta non è legata ai tantissimi motivi per cui attecchisce (che poi sono gli stessi per cui attecchisce qualsiasi forma di propaganda capillare), ma ai motivi della propaganda stessa. Ossia: a chi conviene? Il singolo che “scrolla” su TikTok e ascolta un cartomante che lo rassicura con parole confezionate addosso a lui grazie all’algoritmo non è la persona a cui conviene (se non per svago, gioco, curiosità o sollievo momentaneo). Per una risposta serve rifarsi a un altro libro, La Q di Qomplotto di Wu Ming. A un certo punto ricostruisce come negli anni Ottanta, morti i movimenti di massa, gli yuppie abbiano investito nei cristalli, nelle discipline olistiche, nello yoga, anche come forma di giustificazione morale.

Capitalismo e forme di spiritualità monetizzabili sono forse legati a doppio filo più di quanto non sembri.

L’articolo doveva chiudersi con un’altra nota scettica, che per rifiutare la manipolazione di massa dietro il bisogno di contemplare l’imponderabile rischiava di prendere in giro anche il bisogno stesso di contemplare l’imponderabile. Tuttavia sono le 22:22. Si seguirà dunque il galateo proposto da Elisabetta Moro e Marino Niola, e sul superstizioso dentro e fuori di noi, per una volta, non s’infierirà.

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