Cerchi qualcosa per il tuo bambino e leggi un nome che sembra ripetersi con particolare frequenza: Montessori.
Giochi, culle, lettini, materiali scolastici, tutto. A tal punto da sembrare quasi un‘etichetta commerciale. O forse è proprio così?
Qualsiasi negozio, fisico o online, che proponga un qualsivoglia prodotto destinato alla prima infanzia, farà di tutto per aver nel suo assortimento il più possibile di elementi “montessoriani”.
Questo meccanismo - che a chiunque abbia figli non sarà sfuggito - non è casuale, ovviamente; è una geniale strategia di vendita, capace di far leva su un nome che si associa automaticamente a qualcosa di giusto, buono o, in una parola, educativo.
Montessori è l’educazione per eccellenza, anche quando non sappiamo con esattezza di cosa si stia parlando.
Facciamo un passo indietro: chi era Maria Montessori?
https://rsi.cue.rsi.ch/cultura/societa/Maria-Montessori--1780342.html
Maria Montessori nasce nel 1870 a Chiaravalle, nelle Marche. Terza donna italiana a laurearsi in medicina, si specializza in neuropsichiatria infantile e dedica la sua vita allo studio dei bambini. Nel 1907 fonda la prima “Casa dei Bambini” a Roma, all’interno di un progetto sociale. Il nome fu poi adottato da tutti gli asili che applicavano il suo metodo.
Il suo approccio rivoluzionario conquista l’Europa e gli Stati Uniti, dove tiene conferenze seguitissime da educatori e insegnanti e nel 1913 incontra anche il presidente Wilson. Costretta a emigrare durante l’imposizione fascista, si trasferisce prima in Spagna, poi, a causa dello scoppio della guerra civile, in Inghilterra. Maria e il figlio si sposteranno in Olanda, dove decideranno di partire per l’India. Anche qui si impegna per diffondere il suo pensiero educativo, segno di un successo globale che pare inarrestabile.
Dopo la guerra rientra in Europa e viene invitata dal governo italiano a riorganizzare le scuole montessoriane. Muore nel 1952 nei Paesi Bassi, a Noordwijk. Autrice prolifica, Maria Montessori ha lasciato un’eredità educativa ancora oggi viva in tutto il mondo.
Una donna straordinaria, che con la sua sottile intelligenza ha saputo cogliere le finezze della mente dei bambini, osservandoli e riconoscendone i bisogni, riuscendo così a comprenderli in modo profondo.
Ma allora cosa c’è di male se oggi la maggior parte dei prodotti destinati ai più piccoli dice di seguire la sua filosofia?
Il problema è che non riusciamo più a distinguere quando ciò è vero e quando non lo è. Il problema è che il nome di Maria Montessori è un vero e proprio brand, più che un certificato di qualità. Il problema è un approccio nato e pensato per i contesti scolastici, è migrato alla famiglia, ma senza le dovute accortezze.
Negli States esistono persino delle guide per distinguere scuole che seguono il reale approccio montessoriano dai cosiddetti “fake”. Questa vicenda è così comune che tra i molti siti che ne parlano si nota un simpatico nomignolo atto a descrivere gli pseudo-montessoriani: il “monte-something”. E se a volte le intenzioni sono delle migliori, resta il fatto che mostrarsi per qualcosa che non si è, è pur sempre sbagliato.
E perché i produttori hanno cominciato a usarne il nome un po’ a casaccio? Perché attira: è sinonimo di qualità, cura educativa, intelligenza. Chiariamo un fatto: per il momento il nome della studiosa non è mai stato registrato ufficialmente, quindi utilizzarlo è perfettamente lecito.
Spulciando in rete e leggendo le direttive delle scuole montessoriane, possiamo quindi riassumere alcuni degli oggetti che promettono di seguirne i principi, ma che in realtà sono più strategie di marketing:
Qualsiasi oggetto fatto di legno: il legno è un ottimo materiale: ecologico, resistente, non tossico. Questo però non rende qualsiasi giocattolo di legno automaticamente montessoriano.
BusyBoard e BusyBook: ormai anche le piattaforme di e-commerce internazionali hanno capito che il nome Montessori fa guadagnare bene. Sii possono trovare ovunque queste valigette interattive, ricchissime di elementi tattili che invece di stimolare cognitivamente il bambino rischiano di annoiarlo velocemente. Anzi, per certi versi si trovano nettamente in contrasto con i principi montessoriani, perché il bambino non ha alcun bisogno di essere “tenuto occupato”. Il gioco non deve essere un mero passatempo, ma un’attività nobile, che impegna seriamente il bambino. Eppure, queste tavole interattive sono sempre associate al “brand” Montessori, così da sembrare la perfetta attività per i bambini.
Letti “montessoriani”: queste due parole sembrano essere un vero e proprio connubio. Si tratta di letti a terra, spesso arricchiti da elaborate strutture in legno. Possono arrivare a costare quasi quattrocento franchi e si presentano come il non plus ultra della filosofia montessoriana. Rendere autonomamente accessibile il letto per i bambini è effettivamente un prescritto della famosa educatrice, ma per farlo basta mettere a terra un semplice materasso. Il resto è business.
Torre “montessoriana”: come il letto, anche la famosa torre è sempre associata all’aggettivo “montessoriana”. Si tratta di una struttura in legno che permette al bambino di stare al livello dell’adulto. Ma, ancora una volta, si rischia così di andare contro a uno dei principi cardine della filosofia montessoriana: cercare di rendere il mondo a misura dei bambini vuol dire che siamo noi a doverci adeguare al loro livello, osservando dalla loro prospettiva e non viceversa. Se dovesse poi essere necessario che il bambino salga al livello dell’adulto, questo sarà possibile con uno sgabello e avrà senso solo quando riuscirà a starci in piedi in sicurezza.
Insomma, non tutto ciò che è in legno, minimal o alla moda può definirsi automaticamente montessoriano. Il metodo Montessori è più di un’etichetta: è un pensiero pedagogico studiato, fondato sull’osservazione, sul rispetto dei tempi del bambino, sull’ambiente come facilitatore dell’apprendimento. Ridurlo a una mera moda o a una strategia di vendita ne svuota il significato più autentico ed è un’offesa nei confronti dei bambini e dei loro genitori, che ovviamente vorrebbero solo fare del loro meglio.
Come districarsi quindi tra la valanga di prodotti che ci vengono propinati come montessoriani?
Prima di tutto ricordandosi che per Maria Montessori l’educazione è democratica e economica; quindi, non è assolutamente necessario comprare oggetti sofisticati né fare spese folli. In un’epoca in cui tutto è mercificato, anche l’educazione, è importante fare chiarezza e ricercare autenticità. La Montessori aveva sviluppato degli arredi pensati per le aule scolastiche, con il tempo alcuni di questi sono arrivati nelle case, ma non sono essenziali in sé. E non è nemmeno prescrittivo essere perfettamente ‘montessoriani’ per essere buoni genitori. Se però si opta per questo stile educativo bastano tre principi essenziali che ogni genitore può applicare nella vita quotidiana:
Ambiente a misura di bambino: uno spazio semplice, ordinato e accessibile, che favorisca l’esplorazione autonoma e il desiderio di apprendere.
Osservare prima di intervenire: l’adulto deve rispettare il tempo del bambino, lasciarlo sperimentare e intervenire solo quando è davvero necessario.
Autonomia e indipendenza: “Aiutiamoli a fare da soli” è la sintesi perfetta del metodo Montessori, che punta a far crescere individui liberi, responsabili e sicuri di sé.
Insomma, vuoi ispirarti al metodo Montessori senza seguirlo alla lettera o non seguirlo affatto? Va benissimo: l’importante è farlo con consapevolezza.
Intervista a Maria Montessori, RSI, 3 giugno 1947
RSI Cultura 30.08.2020, 22:21
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