Tecnologie belliche

Nel mirino del cielo

Come i droni stanno trasformando la guerra, la vita civile e il concetto stesso di sicurezza

  • Ieri, 12:00
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Di: Alphaville/EBo 

Una volta erano pioggia e vento i nemici dei soldati nelle trincee. Oggi, paradossalmente, sono diventati alleati: ostacolano il volo dei droni, protagonisti indiscussi delle guerre contemporanee. Gianluca Di Feo, giornalista esperto di questioni belliche, nel suo saggio Il cielo sporco (Guanda), analizza l’impatto devastante di questa tecnologia, che sta ridefinendo non solo le strategie militari, ma anche le relazioni umane e la percezione del conflitto.

«Il cielo sporco è un’espressione che mi ha colpito nel 2023», racconta Di Feo. «I soldati ucraini, prima di raggiungere il fronte, chiedevano: “Quanto è sporco il cielo?”». Oggi, lungo i 1000 chilometri di fronte tra Russia e Ucraina, centinaia di droni sorvolano costantemente una fascia di terra larga fino a 20 chilometri. «Non esiste più la trincea da eliminare, ma una terra di nessuno decisa dalla onnipresenza di nugoli di droni killer».

La rapidità con cui questa tecnologia si è diffusa è impressionante. «Gli ucraini ne produrranno 4 milioni, i russi addirittura 5 milioni», spiega Di Feo. E il costo è sorprendentemente basso: «Un quadricottero killer costa 450 euro, mentre una cannonata si aggira sui 2000. Con meno di 500 euro si può avere un drone con visore all’infrarosso, capace di trasportare 2-3 kg di esplosivo per 20 chilometri».

Ma il vero cambiamento è antropologico. «Il drone prende di mira il singolo, lo vede, lo insegue finché non lo uccide. Questo crea una forma di terrore mai vista prima». Di Feo racconta di soldati ucraini paralizzati dal terrore, «con gli occhi fissi verso il cielo, incapaci di muoversi». E denuncia una pulizia etnica in corso nella regione di Kherson, «compiuta esclusivamente con droni, che cacciano donne, anziani, bambini, ambulanze».

Il saggio tocca anche il tema dell’intelligenza artificiale. Di Feo ricorda un episodio del marzo 2020 in Libia, quando un drone turco attaccò autonomamente un gruppo di miliziani. «È drammatico che non si sia riusciti a stabilire neanche un tentativo di bloccare l’avvento delle armi completamente autonome». Oggi, afferma, «i sistemi di intelligenza artificiale prendono la gestione del campo di battaglia. Dicono ai comandanti cosa fare, quando e come».

Il cielo sporco non è solo una metafora: è il nuovo volto della guerra. Un volto che ci interroga, ci spaventa e ci costringe a ripensare il nostro rapporto con la tecnologia, la violenza e la responsabilità.

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  • Enrico Bianda

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