Io credo che il limite più importante sia la capacità di soffrire. Se un essere ha questa capacità, che sia un cane, un gatto, un essere umano o una mucca, allora la sofferenza non può essere ignorata.
Peter Singer è tra i più importanti e influenti filosofi mondiali, intorno alla questione animale. A lui dobbiamo, in buona parte, il merito di avere fatto emergere l’urgenza di una riflessione critica su temi come l’antropocentrismo e lo specismo. Sistemi di pensiero che oggi sono messi sempre più in discussione, e che pongono - da un punto di vista morale - l’essere umano su un piano diverso (e superiore) rispetto ad ogni altro essere vivente.
La riflessione filosofica intorno a questi argomenti è particolarmente feconda anche nell’evidenziare i legami intrinseci dello specismo con il razzismo, il maschilismo, l’omofobia. È infatti proprio in quell’assegnare arbitrariamente ad alcuni animali lo status di “amici” relegando tutti gli altri al ruolo di “strumenti”, o di “cibo”, che si troverebbe il germe delle discriminazioni tra gli stessi esseri umani. In questo senso vanno anche le riflessioni più attuali del femminismo intersezionale, nella parte in cui riconosce nel sistema di sfruttamento animale i germi di un sistema patriarcale-maschilista che è parte integrante dell’industria zootecnica (si pensi ad esempio alla violenza sessuale subita dalle mucche, che vengono ingravidate artificialmente per continuare a produrre latte).
Peter Singer collabora da anni con Katarzyna de Lazari-Radek, filosofa polacca dell’università di Łódź specializzata in utilitarismo etico. Insieme curano un podcast di grande successo, che riflette su questi argomenti con ospiti di importanza mondiale: il titolo è “Lives Well Lived “(vite ben vissute).
Nel suo testo più famoso “Liberazione animale” (1975) Singer confuta le tesi dello specismo, teoria secondo cui gli esseri umani sono considerati superiori rispetto alle altre specie animali. Di conseguenza, nel suo libro “Ripensare la vita” (1994), Singer propone di cambiare il quinto comandamento in: “non discriminare in base alla specie”.
La filosofia morale di Singer è consequenzialista, concepita come una forma di utilitarismo, secondo la quale l’azione moralmente giusta è quella che soddisfa al massimo le preferenze della maggior parte degli esseri senzienti. E in questa categoria Singer include anche gli animali che, come gli esseri umani, hanno la capacità di soffrire.
Peter Singer e il suo pensiero
Laser 04.09.2024, 09:00