Negli ultimi anni c’è stata una accelerazione per quanto riguarda la spettacolarizzazione degli sport. Quindi diciamo, gli sport sono diventati quasi tutti televisivi perché i ricavi televisivi sono fondamentali per qualsiasi disciplina e lo sport soprattutto nei paesi occidentali ma devo dire in tutto il mondo è diventato entertainment.
Stefano Marinelli, direttore della Gazzetta dello Sport
Gli sport praticati nel mondo siano oltre 250. I più popolari sono però un centinaio. Il podio spetta, come si può immaginare, al calcio. I suoi tifosi sono 3 miliardi e mezzo, seguiti da quelli del cricket. 2 miliardi e mezzo sparsi soprattutto in Asia. Se invece ci chiedessimo quale sia lo sport più praticato in prima persona dalla gente, scopriremmo, non senza sorpresa, che il nuoto, con 1.000.000.000 e mezzo di nuotatori tallonati da oltre 1 miliardo di calciatori.
Intorno a queste attività sportive si è sviluppata una vera e propria industria che sfiora oggi i 500 miliardi di euro di fatturato. E più il benessere di un’area è elevato, più aumenta la domanda di sport, che dunque risulta un indice, sia pure indiretto, dell’economia di un Paese.
Ma affinché questa colossale macchina si mette in moto e possa funzionare, occorre un carburante fondamentale la comunicazione. Lo sport è quello che è perché viene comunicato, perché ci sono le televisioni e i giornali sportivi, c’è il web perché tanta parte dell’industria dell’informazione è informazione sportiva.
Negli ultimi dieci anni a una crescita degli investimenti fatti dai grandi broadcaster televisivi sullo sport. Crescita molto superiore alla crescita degli investimenti fatti per esempio nell’audiovisivo, cinema o serie televisive. Questo perché lo sport ovviamente ha dei margini di rischio minori. Produrre una grande serie televisiva ha dei margini di rischio perché può piacere o non piacere. Investire nella Champions League meno perché diciamo sono pubblici molto più stabili, affezionati e in crescita.
Stefano Marinelli, direttore della Gazzetta dello Sport
Olimpiadi, campionati, giri ciclistici, tornei, coppe sono gli appuntamenti intorno ai quali la comunicazione sportiva officia i suoi riti ed è grazie ad essa che l’opinione pubblica entra in contatto con lo sport.
Nell’accelerazione generale che ha registrato in un breve volgere di anni una trasformazione radicale di ogni attività sociale anche lo sport non è stato risparmiato. Come è cambiata negli ultimi tempi la comunicazione sportiva? Ne discutono Stefano Barigelli, il direttore della Gazzetta dello sport, il più antico quotidiano sportivo europeo; Alessandro Cannavò, figlio del leggendario Candido Cannavò, indimenticabile direttore della Gazzetta, che racconterà il giornale di suo padre, raffrontandolo a quello di oggi; Carlo Brena, che ha una lunghissima esperienza nel mondo dello sport attraverso una delle principali agenzie di comunicazione del settore; Agostino da Polenza, uno dei promotori del laboratorio piramide Ev-K2-Cnr all’Everest, che si soffermerà sui rapporti tra sport e scienza.
Scrivere e comunicare lo sport
Laser 12.07.2024, 09:00