Come ogni anno, anche il 1° agosto 2025 la Svizzera torna sul celeberrimo praticello del Rütli - nel 165° anniversario dalla sua donazione alla Condeferazione (1860) - per commemorare la sua nascita simbolica avvenuta con il solenne giuramento - il Rütlischwur - stretto dai rappresentanti dei tre cantoni primitivi: Uri, Svitto e Untervaldo.

I tre svizzeri prestano giuramento sul Grütli. Dipinto a olio di Johann Heinrich Füssli , 1780.
Ma cosa resta oggi di quel giuramento leggendario tra le montagne di Uri? E cosa significa davvero celebrare l’unità nazionale ai nostri giorni?
Un mito costruito: tra leggenda e nazione
In realtà, il Rütli non è un singolo prato, ma un insieme di appezzamenti situati nella foresta sopra il Lago di Uri, sul versante orientale del Seelisberg. Un luogo che secondo la tradizione legata alla nascita della Confederazione fu teatro di riunioni segrete tra i primi Confederati, impegnati a congiurare contro i balivi stranieri; una tradizione tramandata per la prima volta nel Libro Bianco di Sarnen, la preziosa pergamena di colore bianco impiegata dagli scrivani della cancelleria di Obwaldo per raccogliere tutti gli atti ufficiali, e dunque anche i trattati di alleanza fra i cantoni dell’antica Confederazione. Fu solo a metà del Cinquecento, grazie allo storico Aegidius Tschudi, che questa alleanza fu collocata il mercoledì precedente la festa di San Martino, nell’anno 1307; tuttavia, con la riscoperta del Patto Federale cronodatato a inizio agosto 1291, la datazione fu messa in discussione e, a partire dal 1845, la storiografia moderna avviò un vivace dibattito tra sostenitori delle due versioni, da cui scaturì un duplice racconto delle origini, tra tradizione e documento. (Hans Stadler, Rütli, DSS).

Rütlischwur
Già prima dell’esplosione di tale confronto, comunque, questo luogo bucolico aveva assunto un significato simbolico ed insieme politico: «Un luogo di raccoglimento patriottico per la vecchia Confederazione», come ha scritto nel suo saggio sul tema lo storico urano Hans Stadler (DSS, 2012).
Infatti, se da un lato furono ritrovate testimonianze di raduni ufficiali risalenti al 1674 e al 1713, fu con l’Illuminismo e i movimenti liberali del tardo Settecento, che venne attribuita al Rütli una valenza nuova, connessa alle idee di libertà e identità nazionale. Durante l’effimera Repubblica Elvetica (durata solo cinque anni), il praticello fu meta di numerosi pellegrinaggi tanto da parte di conservatori, quanto di patrioti. Il suo effettivo e duraturo valore simbolico prese però realmente piede dopo il 1804, quando Friedrich Schiller fissò la sua centralità nell’immaginario collettivo con il dramma Guglielmo Tell, e il Rütli diventò teatro di quel solenne giuramento. Da allora è il cuore storico della Svizzera, a cui venne anche dedicato il canto Von ferne sei herzlich gegrüsst (Un affettuoso saluto da lontano), nato nel 1820 grazie ai due studenti patriottici Johann Georg Krauer di Lucerna e Franz Joseph Greith di Rapperswil che ne scrissero testo e musica.
https://rsi.cue.rsi.ch/cultura/storia/Cappella-di-Tell--1795775.html
La svolta avvenne comunque nel 1859, quando per impedire la costruzione di un hotel sul sito, la Società Svizzera di Utilità Pubblica (SGG) acquistò l’area grazie a una raccolta fondi nazionale, con un contributo significativo delle giovani generazioni svizzere. Solo un anno più tardi, la SGG donò ufficialmente il Rütli alla Confederazione elvetica, dichiarandolo “bene nazionale inalienabile”, mantenendone tuttavia la gestione. Fu così istituita la ‘Commissione del Rütli’, incaricata di preservarne l’integrità naturale e memoriale e di garantirne l’accessibilità pubblica.
Negli anni successivi, la zona fu rimboschita, vennero creati sentieri e fu spostato l’attracco delle barche; nel 1865 fu poi sistemato il piazzale del giuramento, con tre sorgenti simboliche dedicate ai cantoni fondatori. Nel 1913, con l’avvento del turismo e con la crescente accessibilità via lago, fu costruito anche un nuovo scalo per i battelli a vapore, mentre il restauro completo fu ultimato nel 1998.
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Sul praticello del Rütli vennero organizzate numerose commemorazioni nazionali e cerimonie longeve, come la Festa del tiro del Grütli (celebrata ogni anno dal 1860 il mercoledì prima di San Martino) e le gare di tiro con la pistola (iniziate negli anni ’30). Un momento pubblico particolarmente significativo nella sua storia recente si svolse poi il 25 luglio 1940, quando il Generale Henri Guisan, di fronte alla minaccia nazista, convocò i vertici dell’esercito per tenere il celebre Rapporto del Grütli, riaffermando l’intenzione della Svizzera di difendere la propria neutralità e indipendenza a ogni costo. Da allora, ogni 1° agosto, la SGG vi organizza una Festa federale, semplice ma solenne.
Nonostante una nuova storiografia più critica a partire dagli anni Settanta abbia messo in discussione la centralità del suo ruolo storico effettivo, il Rütli conserva una forza simbolica indiscutibile e nell’immaginario dei suoi cittadini rimane la ‘Culla della Confederazione svizzera’; il cosiddetto “Spirito del Rütli”, sospeso tra idealizzazione e memoria civica, anche nella Svizzera contemporanea continua infatti a incarnare i valori di coesione, libertà e pluralismo, che ne hanno accompagnato le origini.
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Rütli o Grütli?
Entrambi i nomi sono corretti. Rütli è il nome assegnato dalla parte germanofona della Svizzera, mentre Grütli è utilizzato dalla parte latina, anche se l’esatta origine di questa derivanza ad oggi non ha fonti accreditate. Probabilmente Grütli è una variante di Rütli, diminutivo di Rüti: termine derivato dal tedesco antico “riutî” o dal verbo “riutan”, che significa “dissodare” o “disboscare”; indica quindi un piccolo terreno dissodato o una radura creata bonificando un bosco.
Nel quattrocentesco Libro Bianco di Sarnen, il praticello è menzionato come Rüdli, ma solo pochi anni più tardi compaiono già alternate le varianti di Rütlin o Rütly e di Grütli, Grütlin o Grütle, fino a circa il 1800. Per quanto concerne però la diffusione e la differenziazione dell’uso dei termini Rütli e Grütli nelle diverse regioni linguistiche della Svizzera, queste possono essere state verosimilmente influenzate anche dai manuali scolastici e dalle opere storiche divulgative. In Ticino, ad esempio, la denominazione Grütli era già presente nella Storia svizzera per le scuole del popolo (1850), e un uso analogo si riscontra anche nella Istoria della Svizzera di Heinrich Zschokke, tradotta in italiano nel 1829 da Stefano Franscini con la collaborazione di Carlo Cattaneo, che mantiene coerentemente il termine Grütli come nell’originale tedesco del 1824 intitolato Des Schweizerlands Geschichte für das Schweizervolk (Grütli o Rütli? Dizionario degli elvetismi).
Nel corso del XIX secolo, mentre la Svizzera tedesca consolidava definitivamente l’uso della forma originale, la variante si diffuse tra i circoli patriottici della Svizzera romanda, in particolare con la fondazione della Société du Grutli nel 1838 a Ginevra: un’associazione democratica e repubblicana ispirata proprio al simbolo del Rütli (Grutli, Felix Müller, DSS). In effetti, avendo storicamente la Svizzera italiana rapporti più stretti con la Svizzera francese rispetto a quella tedesca, soprattutto nei movimenti progressisti e nella costruzione di una coscienza nazionale condivisa la forma Grütli è entrata anche nel linguaggio politico e popolare della parte italofona, come segno di adesione a quella visione civico-repubblicana della Confederazione. E sebbene ad oggi si prediliga universalmente la forma Rütli per le questioni ufficiali, la forma Grütli può comunque ancora comparire in contesti storici, letterari o evocativi, specialmente in riferimento agli ideali patriottici o repubblicani del 1800.

Rütli
Un evento simbolico e attuale
Sotto il motto “Einklang und Vielfalt” (“Armonia e Diversità”), il 1° agosto 2025 sul praticello è allestito un programma che riflette l’equilibrio tra radici storiche e contemporaneità; una giornata scandita da momenti musicali, riflessioni storiche e il discorso ufficiale della Presidente della Confederazione, Karin Keller‑Sutter.
La scelta di questo tema, si legge sulla pagina della SGG dedicata alla Festa nazionale, vuole mettere in luce la come sia possibile implementare una collaborazione positiva e fruttuosa tra le persone al di là delle differenze. Proprio la varietà di origini e punti di vista contribuisce a creare un insieme equilibrato e rappresentativo di una “vera società”. Un messaggio che si collega a uno degli obiettivi centrali della Società Svizzera di Utilità Pubblica, che prevede di favorire la coesione sociale; una convinzione rafforzata a maggior ragione dopo che negli ultimi anni il dibattito politico proposto da alcuni esponenti ha parlato di “un’impronta inclusiva esagerata”, per la quale sono state proposte anche delle mozioni per trasferire la gestione dell’area direttamente alla Confederazione - finora respinte (Il 1° agosto scatena polemiche a Palazzo federale, Blick, 2024 ).
Tensioni tra conservazione e modernità che riflettono il delicato esercizio di equilibrio di coniugare la volontà di mantenere vivo il mito fondativo nazionale in una società che oggi si riconosce anche plurale, interculturale e in continua trasformazione. Il Rütli non è solamente una reliquia o un paesaggio storico, è un campo di forze simboliche tra memoria e attualità, tra mito e cittadinanza, tra appartenenza e apertura. In questo senso, le celebrazioni del 1° agosto non sono dunque solo una rievocazione passiva, bensì un rituale vivo che misura, anno dopo anno, il modo in cui la Svizzera si pensa, e si racconta, come nazione.