Storia

Il Ticino di Giulio Cesare

Quando il condottiero più famoso della storia era il nostro governatore

  • Oggi, 10:00
Giulio Cesare è ancora oggi un’icona dell’antichità, celebrato in mille film, dipinti e fumetti. (Vincenzo Camuccini, La morte di Cesare)

Giulio Cesare è ancora oggi un’icona dell’antichità, celebrato in mille film, dipinti e fumetti. (Vincenzo Camuccini, La morte di Cesare)

Di: Jonas Marti 

Fino a pochi secoli fa, nei documenti solenni, Stabio compariva nella sua forma latina completa: Stabulum Caesaris, la “stalla di Cesare”. Secondo una tradizione radicata, proprio qui si trovava una stazione di cambio per la cavalleria al servizio di Giulio Cesare, dove i cavalieri sostituivano i cavalli stanchi durante le missioni di ricognizione. In ricordo di questa memoria, il paese conserva ancora oggi via Cesarea e via Giulia.

Una leggenda? Molto probabile. Ma non campata in aria: affonda le radici in una realtà storica sorprendente e quasi dimenticata. Giulio Cesare – l’uomo che ha cambiato la storia del mondo – era letteralmente il governatore anche del territorio che oggi comprende il Canton Ticino.

Quando il Ticino era parte della Gallia Cisalpina

Il 1° marzo del 59 a.C., a Roma, viene approvata la Lex Vatinia. Con questa legge, Giulio Cesare ottiene il proconsolato della Gallia Cisalpina e dell’Illirico per cinque anni, con poteri amplissimi: comando militare, autorità giudiziaria, controllo amministrativo.

La Gallia Cisalpina comprende l’intera Italia settentrionale, dagli Appennini fino alle Alpi. E dentro questa provincia c’è anche l’attuale Canton Ticino, almeno la sua parte meridionale fino al Monte Ceneri. Cesare è il “nostro” governatore. l’autorità suprema che controlla militarmente e politicamente la regione.

La Gallia Cisalpina comprendeva anche parte dell’attuale Cantone Ticino

La Gallia Cisalpina comprendeva anche parte dell’attuale Cantone Ticino

Como: la chiave della conquista

Nello stesso anno della Lex Vatinia, Cesare fonda Novum Comum, l’attuale Como. Trasferisce circa 5.000 coloni dall’Italia centrale con le loro famiglie: oltre 20.000 persone, un numero enorme per l’epoca. Molti si stabiliscono nei territori circostanti, fino al Mendrisiotto e al Luganese. Tra loro ci sono anche 500 greci provenienti dalla Sicilia, esperti navigatori. Si dice che la loro eredità sopravviva ancora oggi nei nomi delle imbarcazioni tradizionali del Lario e del Ceresio, come il comballo, di origine greca.

La fondazione romana di Como, di cui rimane traccia nella forma ortogonale delle vie del suo centro storico, avvia la romanizzazione sistematica della regione. Per secoli Como rimarrà il centro amministrativo e religioso di riferimento: ancora nell’Ottocento la Diocesi di Como governerà la vita religiosa della maggior parte del Canton Ticino, traccia vivente di quell’organizzazione territoriale voluta da Cesare duemila anni prima.

Como è stata fondata da Giulio Cesare. La città conserva ancora oggi la tipica struttura romana, con le strade ortogonali.

Como è stata fondata da Giulio Cesare. La città conserva ancora oggi la tipica struttura romana, con le strade ortogonali.

I guerrieri della Cisalpina

Ma Cesare in Gallia Cisalpina non fonda solo città. Ha bisogno di soldati, e sa dove trovarli. Durante la conquista della Gallia, recluta contingenti di alleati locali dalla Gallia Cisalpina. Anche dalle nostre valli, abitate allora dalla popolazione celtica dei Leponti, partono probabilmente guerrieri.

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Mercenari giubiaschesi che combattono Cesare

RSI Cultura 18.11.2025, 08:26

  • La storia infinita / Jonas Marti

L’indizio è a Giubiasco. Le armi rinvenute nella sua grande necropoli, oggi conservate al Museo Nazionale Svizzero di Zurigo, mostrano l’evoluzione dalle tecniche celtiche all’influenza romana: un adattamento alle esigenze dell’esercito di Roma. Questi guerrieri conoscono le lingue celtiche, i terreni montani, le tattiche delle tribù alpine. Sono preziosi. E combattono, secondo la ricostruzione storica, nelle campagne galliche, inclusa la celebre battaglia del 58 a.C. contro gli Elvezi.

La conquista della Gallia è descritta nel De Bello Gallico

La conquista della Gallia è descritta nel De Bello Gallico

Dalla Cisalpina alla conquista della Gallia

È dalla Gallia Cisalpina – dalla nostra regione – che parte la più grande avventura militare di Cesare, descritta nel De Bello Gallico, il diario di guerra scritto da Cesare in Persona. Nel 58 a.C., un anno dopo aver fondato Como, il proconsole riceve a Roma la notizia: 368.000 Elvezi, l’antico popolo dell’Altipiano svizzero, stanno per attraversare il territorio romano diretti verso l’attuale Francia.

Cesare parte da Roma e in pochi giorni raggiunge Ginevra. Fa distruggere il ponte sul Rodano e, con una mossa audace, costruisce in soli dodici giorni un muro di ventotto chilometri per bloccare il passaggio. Gli Elvezi sono costretti a cercare un’altra via. Cesare li insegue e li affronta a Bibracte, nel cuore della Francia. È la sua prima grande battaglia: una carneficina che segna l’inizio della conquista della Gallia.

Nei sette anni successivi, Cesare sottomette tutti i popoli celtici della Gallia. Attraversa per due volte il Reno, sbarca in Britannia, sconfigge la grande rivolta di Vercingetorige ad Alesia. Un milione di Celti uccisi, un altro milione ridotti in schiavitù.

La guerra di Gallia trasforma Cesare da politico ambizioso in padrone di un esercito invincibile. Quando nel 49 a.C. attraverserà il Rubicone per marciare su Roma, inizierà la guerra civile che lo porterà al potere assoluto.

Le tracce nel paesaggio

E Stabio? Davvero Cesare aveva qui una stazione di cavalli? La presenza romana nel Mendrisiotto è documentata. Sulla collina che domina la regione, a pochi passi dal confine, si trova la Torre di Rodero: le sue fondamenta risalgono proprio all’epoca di Cesare. Da quel punto si controlla tutto: Mendrisio, Chiasso e, ai piedi della collina, Stabio. È plausibile che un presidio militare romano presidiasse questo corridoio strategico.

La tradizione lega inoltre a Cesare le terme di Stabio, note fin dall’antichità. Che il proconsole in persona si sia concesso un bagno rilassante tra una campagna e l’altra è impossibile da provare, ma non da immaginare.

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La leggenda di Giulio Cesare fino in Leventina

RSI Cultura 18.11.2025, 08:31

  • La storia infinita / Jonas Marti

Ma la memoria di Cesare sopravvive ben oltre la sua epoca. In Leventina, sopra Giornico, esiste la misteriosa fortezza del Caslasc. Nel 1681 un religioso la definisce “Trofeo di Giulio Cesare imperatore romano”. Altre tradizioni raccontano che Cesare fece incastonare anelli di ferro nelle rocce del San Gottardo, sigilli delle sue vittorie sui Celti.

Fantasie? Certamente. Ma rivelatrici. Cesare divenne un mito così potente da abitare l’immaginario anche delle nostre valli più remote.

Quando pensiamo a Cesare, pensiamo alla Gallia, a Roma, all’Egitto. Raramente al Ticino. Eppure la nostra storia e la sua sono intrecciate in modo indissolubile. Siamo, anche noi, figli di quella Roma che Cesare ha conquistato partendol, in un qualche modo, da casa nostra.

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