Aprire il frigorifero o la dispensa dopo una giornata stressante, in cerca di qualcosa di confortante è un’esperienza comune. Quando a guidarci verso il cibo non è la fame fisiologica, ma uno stato d’animo parliamo di fame emotiva, un fenomeno che può ostacolare chi vuole dimagrire o mantenere uno stile di vita equilibrato.
Nella puntata de La Consulenza su Rete Uno, Filippo Ongaro, medico pioniere della medicina preventiva e della longevità, e Sonia Ongaro, psicologa del lavoro, condividono strategie e consigli pratici per riconoscere e affrontare alcuni meccanismi.
Fame emotiva
La consulenza 14.10.2025, 13:00
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La fame emotiva fa parte della nostra evoluzione
La fame emotiva non è un fenomeno nuovo, infatti è profondamente radicata nella nostra storia evolutiva. «Il fatto che il cibo provochi una risposta emotiva di piacere fa parte della nostra fisiologia. Nell’antichità, la fame era sofferenza e la sazietà la eliminava», spiega Filippo Ongaro ai microfoni di Rete Uno. Oggi, però, il cibo è facilmente accessibile e spesso la dispensa non riflette ciò di cui il nostro corpo ha realmente bisogno, ma piuttosto di alimenti che ci offrono piacere. «Quando questa ricerca di piacere nel cibo serve a compensare emozioni negative, come solitudine, frustrazione, rabbia, noia, si innesca un meccanismo difficile da gestire» spiega il medico.
Cos’è la fame emotiva?
Si tratta di un impulso a consumare cibo, spesso calorico e gratificante, non per fame, ma per contrastare emozioni difficili o stressanti.
La ricerca di cibi gratificanti
Di solito si desiderano cibi particolarmente dolci, grassi o salati. Perché consumando questo tipo di alimenti il cervello rilascia dopamina che ci fa provare sensazioni di piacere e gratificazione immediate. Questo ci rende più inclini a cercare questi cibi di nuovo quando abbiamo bisogno di conforto, diventando facilmente un’abitudine.
Come riconoscere la fame emotiva
Un trucco semplice suggerito da Sonia Ongaro: «Chiedersi se in quel momento mangeremmo anche qualcosa di neutro, come una carota. Se la risposta è sì, si tratta di fame fisiologica; se la risposta è no, è molto probabile che si tratti di fame emotiva».
Strategie per affrontare la fame emotiva
La prima cosa da fare è capire quali sono le cause emotive da cui parte tutto «se mangio perché arrivo esausto, devo cercare di arrivare meno stanco alla sera. Se mangio perché sono arrabbiato, devo lavorare sulla mia rabbia. Non tutto nella vita può essere cambiato, ma non è realistico neppure pensare di gestire solo le conseguenze senza mai intervenire sulle cause», spiega Filippo Ongaro.
Introdurre piccoli cambiamenti sostenibili
Gli esperti suggeriscono di introdurre gradualmente nella propria vita piccoli cambiamenti positivi sostenibili nel tempo:
Invece di imporsi un’ora di esercizio al giorno, iniziare a camminare quotidianamente 10 minuti
Invece si imporsi diete restrittive, prevedere piccoli cambiamenti come iniziare il pasto con delle verdure, sostituire i cereali raffinati con quelli integrali.
«L’importante è creare un rituale quotidiano su cui poi si costruirà l’abitudine finale. Secondo la ricerca, servono da due a quattro mesi per consolidare una nuova abitudine. I risultati fisici arriveranno dopo che le abitudini si sono consolidate» spiega Ongaro.
Evitare le diete restrittive
Non bisogna eliminare o demonizzare nessun alimento o imporsi restrizioni drastiche «se già mangio per un disagio emotivo, aggiungere un’ulteriore restrizione lo peggiora», sottolinea Sonia Ongaro. Un regime alimentare sano, se serve, può prevedere un deficit calorico equilibrato, è consigliato, però, introdurre alcuni momenti programmati di “sgarro” «questi aiutano la mente a resistere meglio nei momenti di disagio momentaneo», spiega la psicologa.
Se la fame emotiva arriva soprattutto la sera, può essere utile gestire meglio la cena, concedendosi una piccola gratificazione per ridurre il rischio di “sgranocchiare” più tardi
Filippo Ongaro, Medico
Anche ridurre la disponibilità immediata dei cibi particolarmente golosi e stuzzicanti può essere una strategia: «se la sera viene voglia di gelato ma bisogna uscire a comprarlo, è probabile che la voglia passi. Se il freezer è pieno, è molto più difficile resistere» spiega Filippo Ongaro.
La gestione della fame emotiva non riguarda solo l’alimentazione. Di grande aiuto è anche il lavoro sulla propria consapevolezza, usando tecniche di respirazione, yoga e meditazione. «Anche solo due minuti al mattino per ringraziare del respiro sono un gesto profondo di amore per se stessi», ricorda Sonia Ongaro.
