Disattenzione, impulsività e iperattività: sono sintomi che possono essere legati all’ADHD, ovvero il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività. Una sindrome che non riguarda solo l’età infantile, ma che può essere presente anche negli adulti, con un impatto negativo su relazioni e lavoro. Anche una diagnosi in età adulta permette di comprendere meglio il proprio funzionamento e intraprendere percorsi terapeutici efficaci. Oltre a farmaci, psicoterapia e modifiche dello stile di vita, anche l’alimentazione ha un ruolo significativo nel miglioramento o nel peggioramento dei sintomi di questo disturbo. Se ne è parlato a La consulenza su Rete Uno con lo psichiatra Michele Mattia.
ADHD e alimentazione: quale legame?
La consulenza 31.10.2025, 13:00
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Cos’è l’ADHD
L’ADHD è un disturbo del neurosviluppo che riguarda la regolazione dell’attenzione, dell’impulsività e dell’attività motoria. I principali sintomi sono difficoltà a concentrarsi, bisogno di muoversi e impulsività.
Il legame tra ADHD e alimentazione
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha scoperto una stretta connessione tra alimentazione e ADHD, aprendo nuove prospettive di trattamento e gestione del disturbo. «L’alimentazione può ridurre alcuni sintomi e migliorare anche l’attenzione e la concentrazione, per cui è importante valutarla come un elemento coadiuvante», afferma il dottor Mattia ai microfoni di Rete Uno.
I cibi consigliati e cibi da evitare
Diversi studi hanno evidenziato come una dieta ricca di cibi ultra-processati, alimenti ricchi di grassi, bevande zuccherate o alcoliche, coloranti e additivi possa peggiorare i sintomi dell’ADHD. «Questi cibi possono alterare la trasmissione della dopamina, un neurotrasmettitore chiave nell’ADHD, peggiorando i sintomi del disturbo» spiega lo psichiatra.
D’altra parte, ci sono abitudini alimentati che sembrano avere un effetto positivo. Seguire una dieta mediterranea, ricca di verdure, soprattutto a foglia verde, carni bianche non fritte, pesce azzurro e cereali integrali, sembra infatti migliorare la sintomatologia.
Non solo cosa, ma come si mangia
I sintomi dell’ADHD come impulsività, disregolazione emotiva e difficoltà di controllo possono anche predisporre bambini, adolescenti e adulti a sviluppare abitudini alimentari disfunzionali come iperalimentazione, binge eating, o l’utilizzo del cibo come compensazione emotiva, aumentando il rischio di sovrappeso e obesità. «A volte, quando si soffre di ADHD, emerge il disturbo del comportamento alimentare come prima cosa» spiega Michele Mattia.
Oltre al tipo di alimenti a fare la differenza è anche il modo in cui li si consuma. A chi soffre di questo disturbo è consigliato creare routine nei pasti, mantenere orari regolari e limitare le distrazioni mentre si mangia. «Sono strategie che possono aiutare a gestire l’irrequietezza e migliorare la concentrazione durante i pasti, sia nei bambini che negli adulti con ADHD» precisa Mattia.
Un pericolo sempre più diffuso è rappresentato dall’uso dello smartphone a tavola, che aumenta la distraibilità e riduce la capacità di mantenere l’attenzione sostenuta. Studi recenti indicano che l’uso eccessivo dei dispositivi digitali è correlato a un incremento delle diagnosi di ADHD, specialmente nei giovani.
Un approccio multidisciplinare
Nel trattamento dell’ADHD l’alimentazione, però, è solo uno degli aspetti terapeutici di un approccio multidisciplinare «laddove gli interventi psicoeducativi e psicoterapici, i cambiamenti a livello di nutrizione e di attività fisica non sono sufficienti per gestire i sintomi si può intervenire con la farmacoterapia» conclude Mattia.
Per approfondire l’argomento, esiste l’Associazione ADHD Ticino.

Deficit di attenzione e alimentazione
Il Quotidiano 13.11.2025, 19:00

