Territorio e tradizioni

Il pan sciurin per Capodanno: la dolce tradizione del passato

Tra i doni del Bonaman, l’antica usanza di augurare l’anno nuovo, un tempo spiccava un pane “ricco” alle uvette

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Di: Patrizia Rennis 

La tradizione del Bonaman

Fino ai primi decenni del Novecento, nella Svizzera italiana era molto diffusa la tradizione popolare del Bonaman (o Bona man). La notte del 31 dicembre, o il primo gennaio, bambini e ragazzi partivano in gruppo, muniti di recipienti improvvisati per compiere un lungo giro del villaggio. Davanti a ogni casa intonavano la formula augurale per il nuovo anno, “Bon dì, bon ann…Bonaman!” chiedendo in cambio un piccolo dono.

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Dai “belegott” di Coldrerio ai “sciurin” di Olivone

RSI Archivi 01.01.2004, 16:57

Doni semplici, ma preziosi

I regali erano semplici ma preziosi: frutta come mele, pere o arance, una manciata di castagne, noci o nocciole. Per i bambini, era già moltissimo. Il momento più atteso era però la visita alla casa del padrino e della madrina, tradizionalmente i più generosi: oltre ai doni alimentari, potevano aggiungere qualche franco, una sciarpa di lana o, più raramente, un giocattolo.

Il pan sciurin dei padrini

In alcune località della Svizzera italiana, come nella zona di Olivone, il dono dei padrini aveva una forma speciale: una pagnotta bianca, di circa 300-500 grammi, preparata con frumento e tempestata di uvette, chiamata pan sciurin. Il nome rimandava alla sua ricchezza, poiché gli ingredienti erano più pregiati rispetto a quelli del pane quotidiano dell’epoca. In un periodo in cui le risorse erano limitate, un pane “ricco” come il sciurin era simbolo di augurio, di abbondanza sperata e di appartenenza alla comunità.

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La tradizione del pane "Sciurin"

RSI New Articles 27.12.2019, 19:30

Bonaman era una festa molto attesa da bambini e ragazzi del paese, e assumeva un valore ancora più significativo in un contesto segnato da rigore religioso e da forti limitazioni alle feste profane.

Appartenendo alla diocesi di Como, comuni come Olivone, vivevano un clima di particolare severità: il carnevale era proibito, e non era consentito mascherarsi né fare festa, nemmeno nelle abitazioni private. Proprio per questo il Capodanno aveva un ruolo speciale, come spazio di raccoglimento, ma anche di condivisione, soprattutto attraverso i bambini.

La tradizione del Bonaman a Capodanno, che si è affievolita nel primo dopo guerra, sopravvive ancora oggi in alcuni comuni della Svizzera italiana. E anche se il pan sciurin ha lasciato il posto ad altri dolci, il suo significato simbolico continua a raccontare di un passato fatto di semplicità, attesa e augurio.

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La tradizione del Bona man

Il Quotidiano 01.01.2024, 19:00

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