Cosa macinavano i mulini nella Svizzera italiana
Fino a inizio Novecento i mulini nella Svizzera italiana erano i cuori pulsanti delle comunità rurali, qui, i cereali locali venivano trasformati in farine, garantendo la sussistenza alla popolazione.
Inizialmente, ad essere macinate, erano materie prime autoctone, come segale, farro, grano e castagne. «Nelle zone di pianura e al confine con la Lombardia o il Piemonte si lavoravano soprattutto grano tenero, grano saraceno, farro, spelta, castagne. Nelle regioni alpine, invece, il clima rigido e i terreni scoscesi limitavano le possibilità di coltura. In queste zone si usava principalmente la segale, con la quale si produceva un pane duro, ma molto nutriente che ancora oggi viene molto consumato in Vallese. In Val Bregaglia e Val Poschiavo si macinava anche il grano saraceno» ci racconta Noé Zardi dell’Associazione Svizzera degli Amici dei Mulini.
Prime di quella a base mais, si consumava una “polenta” composta da miglio o da altri cereali.
Il mais si diffuse in Ticino e nelle basse Valli del Grigioni italiano soltanto agli inizi dell’Ottocento e diventò il cereale più usato. D’altronde, la polenta costava meno e nutriva di più del pane, così la stragrande maggioranza dei mulini si convertì al granoturco. In Ticino, spesso, veniva coltivato il Mais Rosso (varietà recuperata oggi da Pro Specie Rara) perché poteva crescere anche sui pendii scoscesi delle basse valli.

Il pane e i mulini
Il Quotidiano 14.05.2021, 21:00
In alcuni mulini non si macinavano solo cereali. Il Mulino del Daniello, grazie al frantoio, veniva usato anche per estrarre l’olio dalle noci. Il Mulino del Precassino, dotato di una speciale pesta, brillava l’orzo e il miglio, un processo per squamarne i chicchi.
Mulini di pianura e mulini di montagna
Nella Svizzera italiana è possibile osservare due tipi di mulini: quelli di pianura e quelli di montagna. «I primi, come il Mulino di Bruzella in Valle di Muggio o il Mulino del Daniello a Coldrerio sono costruiti con una grande ruota (o diverse ruote) ad acqua che muove due o più coppie di macine per cereali. Questi mulini erano ubicati in zone strategiche, vicino a torrenti di portata costante, perché, un tempo, dovevano produrre diverse tonnellate di farina l’anno.
I mulini di montagna come quello di Frasco, in Valle Verzasca, quello di Calonico, in Valle Leventina o del Precassino a Cadenazzo sono, invece, più rudimentali. Venivano costruiti con i materiali del luogo, in stile alpino (se ne trovano di simili lungo tutte le Alpi). La loro funzione era domestica, o copriva un fabbisogno di poche centinaia di famiglie per mulino. Questi tipi di mulini funzionavano, spesso, solo in primavera ed in autunno, quando i paesi di valle erano pieni di persone» spiega Noé Zardi.

Nel Mulino del Precassino la pesta è stata riattivata nel 2016 e oggi viene lavorato orzo da coltivazioni locali.
L’abbandono e la riscoperta dei mulini
A inizio Novecento, il diffondersi dei mulini industriali e gli eventi avversi portarono alla chiusura di molti mulini «il 1951 fu un vero e proprio “anno nero” per gli opifici ad acqua, grandi piene distrussero o riempirono di macerie i canali e le ruote ad acqua» ci racconta Noé Zardi.
Alla fine degli anni ‘90, però, un rinnovato interesse per questi edifici storici e per le farine tradizionali portò alla ristrutturazione di questi luoghi. Oggi sono tornati a macinare, principalmente mais per polenta, tra cui anche il Mais Rosso del Ticino.
Le farine tradizionali sono tornate in auge. Io mi occupo del mulino di Frasco come mugnaio con mio nonno e tutta la farina da polenta che maciniamo, dai 5 ai 10 quintali l’anno, viene venduta a gente della valle e a turisti. Al Mulino di Bruzella, addirittura, macinano fino a 20 tonnellate di farina da polenta l’anno che vengono distribuite a ristoranti e osterie di tutto il Ticino.
Noé Zardi, Associazione Svizzera degli Amici dei Mulini ASAM
Nel 2024 vicino al mulino di Calonico è stato attivato un forno a legna comunitario, nello stile dei tradizionali forni ticinesi.
Alcuni mulini solo saltuariamente in funzione, mentre altri macinano regolarmente. Ad aprire le loro porte nella Svizzera italiana il 31 maggio 2025 sono:
Mulino Aino, San Carlo (GR)
Mulino di Calonico, Valle Leventina
Antico mulino e centrale di Anzonico, Faido
Ul Murin da Curzönas, Corzoneso
Mulino Erbetta e Casa Molinara, Arbedo-Castione
Antico Mulino del Precassino, Cadenazzo
Mulino di Corippo, Valle Verzasca
Mulino Efra, Frasco, Valle Verzasca
Mulino di Soresina, Rivera
Maglio del Malcantone, Aranno
Mulino del Ghitello, Morbio Inferiore
Mulino del Daniello, Coldrerio
Mulino di Bruzella, Valle di Muggio

Mulini aperti, testimonianza del passato
Il Quotidiano 11.05.2024, 19:00
Abbiamo parlato della Giornata del Mulini svizzero nella puntata di Fresco di zona del 30.05.2025 alle 13:00