Nessuna scemata responsabilità per il 25enne che la notte del 28 giugno, a Locarno, accoltellò un uomo di 43 anni, pure della regione. Il giovane era infatti completamente capace d’intendere e volere. Lo ha stabilito il perito giudiziario, la dottoressa Fazia Bernasconi Schlunke, che nei giorni scorsi ha consegnato il suo rapporto.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore pubblico Andrea Pagani, è ormai in dirittura d’arrivo. Tutti i contorni della vicenda sono stati chiariti. Compreso il fatto che la vittima, al contrario di quanto ipotizzato inizialmente, rimase (almeno per alcuni minuti) in pericolo di morte. Una sola, all’inguine, la coltellata ricevuta. Il referto del medico legale parla di due al massimo; e la seconda ferita sarebbe comunque, se del caso, poco più di un graffio.
Gl’inquirenti non sono riusciti a recuperare l’arma, un coltellino militare, che il 25enne (tuttora in carcere con l’accusa di tentato omicidio) estrasse per il più futile dei motivi. La lite tra i due – hanno accertato le indagini – nacque cioè da una banalissima divergenza sui cani di una terza persona.
Francesco Lepori