Il dazio statunitense sta già avendo ripercussioni su diverse aziende della Svizzera italiana. Alcune di loro, tra cui Chocolat Stella e Plastex, hanno la merce bloccata in magazzino, in attesa di capire chi dovrà farsi carico del pesante dazio aggiuntivo del 39% per i prodotti di origine svizzera.
Il dazio dovrebbe essere a carico dell’importatore americano, ma si tratta per non perdere i clienti. Si cerca perlomeno di raggiungere una soluzione provvisoria per non uscire dal mercato statunitense. Tra gli imprenditori ticinesi c’è chi sostiene che debbano essere principalmente i distributori americani ad assumersi il peso del dazio, perché notoriamente hanno margini alti che sfiorano il 50% del prezzo d’acquisto.
Nell’industria metalmeccanica ed elettrica c’è molta preoccupazione, visto che il mercato americano, fino a un mese fa, era in crescita e rappresentava una via d’uscita per far fronte alla crisi di altri settori come quello orologiero e quello dell’automotive.
A causa del dazio americano diverse aziende ticinesi hanno avviato le pratiche per chiedere il lavoro ridotto, al fine di preservare i posti di lavoro in attesa di soluzioni.
Viaggio di Falò tra le aziende della Svizzera italiana attraverso le testimonianze di chi rischia di subire forti contraccolpi dalla politica protezionistica varata dal presidente Trump.

Dazi USA, come stanno reagendo le aziende ticinesi?
Falò 09.09.2025, 20:45






