Avrebbe dovuto essere una missione di pochi giorni, ma l'impegno di Giovanni Palmieri e dei suoi amici in Abruzzo potrebbe protrarsi, "almeno per una settimana, ma se ce ne sarà bisogno rinvieremo ulteriormente il nostro ritorno in Ticino", afferma egli stesso.
"Abbiamo fatto di testa nostra"
Sabato, giorno di arrivo del "convoglio della solidarietà" a Castelli, minuscola località sperduta nell'Abruzzo sepolto dalla neve, sembra già lontano e fra la truppa ticinese e la gente del posto pare essere nato un rapporto particolare: "Non voglio sminuire nessuno - racconta Giovanni Palmieri - ma fino a oggi non ho visto forze dell'ordine qui. Abbiamo fatto un po' di testa nostra, secondo quella che è la nostra esperienza, e l'unico imprevisto, davvero piacevole, è stata l'accoglienza della gente: a ogni pertugio liberato dalla neve siamo incorsi in una grappa offerta, alla fine abbiamo dovuto declinare altrimenti finivamo per ubriacarci" sorride insieme ai suoi fidati amici.
Un parente inatteso
Andrea Saccomandi ha addirittura trovato un ipotetico parente: "Mio padre emigrò in Svizzera anni e anni fa da Bergamo, eppure ho trovato una famiglia che di cognome fa Saccomandi come me".
Un'esperienza che ti resta dentro
Patrick Galante, abile e veloce nella spalatura grazie al suo fuoristrada, rivela: "Liberare dalla neve l'appartamento di una vecchietta di più di 100 anni isolata da giorni, oppure incontrarne un'altra commossa per quello che noi abbiamo fatto, beh, sono esperienze che ci resteranno dentro per sempre".
Andrea Eusebio e Giuliano Rosciarelli/alaNEWS
CSI 18.00 del 24.01.2017 — Il reportage dell'inviato in Abruzzo Claudio Bustaffa
RSI Info 24.01.2017, 18:39
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