Ambiente

Foreste di Posidonia: cosa sono e a cosa servono?

Pianta marina presente solo nel Mediterraneo, la Posidonia oceanica gioca dei ruoli chiave in natura ed è oggetto di importanti progetti di conservazione

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Di: Red. Giardino di Albert/Christian Bernasconi 

Il Mediterraneo è uno scrigno di biodiversità che ospita numerose specie interessanti e curiose. Fra queste, c’è una pianta: non un’alga, bensì una vera pianta acquatica, che possiede quindi un fusto, delle foglie, delle radici e che in autunno produce un frutto. Stiamo parlando della Posidonia oceanica (da non confondere con la Posidonia australis), un vegetale endemico del Mediterraneo, cioè che vive solo in questo mare e in nessun altro luogo al mondo.

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Si tratta di una specie in grado di formare delle vere e proprie praterie (o foreste) sottomarine – chiamate posidonieti - che giocano ruoli molto importanti. Innanzitutto questi ambienti, a parità di superficie, sono in grado di assorbire il doppio dell’anidride carbonica rispetto alle foreste sulla terraferma, contribuendo così a mitigare il riscaldamento globale.

Al contempo sono un anello fondamentale dell’ecosistema marino: le praterie di Posidonia sono una base indispensabile per la vita di molte specie animali, che in questi ambienti riescono a riprodursi, trovare cibo e riparo. Non da ultimo, i posidonieti hanno pure un’utilità fisica: la loro presenza attenua la forza delle onde e preserva quindi le coste dall’erosione.

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I posidonieti permettono la vita di numerose specie animali

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Malgrado le loro numerose utili funzioni, negli ultimi decenni le praterie di Posidonia oceanica hanno subito una forte regressione e sono considerate tra gli ecosistemi più minacciati del pianeta. Una perdita causata principalmente dalle attività umane e dalle conseguenze dell’antropizzazione: inquinamento ed eccessivo sfruttamento dei fondali, pesca a strascico, ancoraggi delle imbarcazioni, senza dimenticare il riscaldamento globale.

Grazie all’intervento della comunità scientifica, dal 1992 le praterie di Posidonia sono considerate un habitat prioritario e da tutelare. Oltre alla conservazione, in diversi punti del Mediterraneo, in particolare in Italia, sono nati dei progetti che si prefiggono l’obiettivo di ampliare le superfici occupate da questa pianta, così da ripristinare gli habitat perduti negli anni.

Questo avviene riforestando diverse migliaia di piantine, come ad esempio al largo dell’Isola di Bergeggi, oppure alle Isole Egadi. Per aumentare le probabilità di successo, la tecnica di riforestazione prevede l’installazione di stuoie realizzate in fibra di cocco, consolidate da una rete metallica. Su di esse, gli esperti ripiantano manualmente le nuove piantine. Si tratta in particolare di piantine (o talee) già libere in mare, ad esempio quelle che sono state sradicate dalle ancore delle imbarcazioni e che sarebbero destinate a morire. Un lavoro immenso che sta dando dei risultati confortanti.

Ma per poter conservare questa pianta e le sue praterie sottomarine, è fondamentale informare correttamente il pubblico, in particolare i bagnanti.

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Una tipica "banquette" formata dalle foglie morte di Posedonia oceanica

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La Posidonia oceanica è un tassello prezioso in natura, ma è troppo spesso poco gradita dagli utenti delle spiagge. In particolare quando, a causa delle mareggiate, viene strappata e portata a riva dove forma dei cumuli che – per alcuni – sono poco belli da vedere. Inoltre, in autunno, anche la Posidonia perde le sue foglie. Queste possono essere trasportate in gran numero a riva e formare degli importanti accumuli che in alcuni casi possono raggiungere il metro (o più) di spessore.

Sono le cosiddette banquettes, importanti spazi di biodiversità che offrono rifugio a molti piccoli animali, come crostacei, gasteropodi e insetti. Si tratta inoltre di ambienti in grado di ridurre l’erosione della costa perché trattengono la sabbia e riducono l’impatto con le onde.

Questi depositi non fanno l’unanimità tra i gestori delle spiagge e nemmeno tra i vacanzieri, che a volte considerano gli ammassi di foglie dei semplici rifiuti da portare via dalla spiaggia. Se da un lato la rimozione di queste banquettes permette ai bagnanti di vedere una spiaggia pulita, dall’altro causa la perdita di una gran quantità di sabbia e dell’ecosistema che si trova tra il fogliame. Sarebbe un po’ come andare per boschi e desiderare di vedere il sottobosco pulito senza lo strato di foglie che crea la classica lettiera.

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Le egagropile di Posedonia oceanica sono degli ammassi sferici di materiale vegetale, derivati dalla pianta marina, che spesso si accumulano sulle spiagge

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Per ovviare a questa problematica si cerca di proporre ad esempio un modello di spiaggia ecologica, per conciliare al meglio i bisogni turistici con quelli della natura e sono pure essenziali le aree marine protette. Inoltre, hanno preso avvio degli interessanti progetti per la conservazione degli ambienti marini del Mediterraneo, come quelli portati avanti dalla Water Defenders Alliance, l’alleanza che opera in difesa delle acque di questo splendido mare e delle sue preziose praterie di Posidonia.

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