Ambiente

Popillia japonica: l’alieno giapponese avanza inesorabile

Il coleottero, appartenente alla famiglia degli scarabei, dimostra di apprezzare il clima e l’offerta alimentare della Svizzera italiana

  • Ieri, 21:22
  • Ieri, 21:24
03:33

Il coleottero giapponese ha infestato anche il Sopraceneri

Il Quotidiano 24.06.2025, 19:00

Di: Red. Il giardino di Albert/Davide Conconi 

Prendendo spunto dal contributo filmato andato in onda nel Quotidiano di martedì scorso, che annunciava l’espansione del Coleottero giapponese anche nel Sopraceneri, vi proponiamo un approfondimento su questo insetto alieno. Il coleottero giapponese, alias Popillia japonica, è un insetto appartenente alla famiglia degli Scarabei, la stessa che comprende anche i maggiolini. Con un po’ di attenzione è possibile distinguere l’insetto adulto da tutti gli altri coleotteri scarabeidi grazie alla presenza di una serie di 5 ciuffi di peli bianchi sui fianchi e 2 nella parte posteriore dell’addome.

Popillia stretto.jpg

il coleottero giapponese con i suoi caratteristici ciuffi bianchi di pelo sull'addome

  • IMAGO / Depositphotos

È un organismo di quarantena. Questa definizione giuridica indica che si tratta di un insetto esotico invasivo particolarmente temuto per la sua voracità - è in grado di avventarsi e consumare avidamente oltre 400 specie di piante selvatiche, ornamentali e coltivate – e per la sua capacità di diffondersi. Per la sua pericolosità vige l’obbligo, sancito dalla Confederazione, di lotta e di segnalazione ai servizi fitosanitari cantonali. Come dice il suo nome, proviene dal paese del Sol Levante. Nel 2014 sono stati rinvenuti i primi esemplari adulti della specie sul continente europeo, nei pressi di Milano. Nel 2017, a Stabio, sono stati catturati i primi esemplari “svizzeri” con una trappola a feromoni. Nell’estate del 2020 un primo focolaio è stato individuato a cavallo fra i comuni di Mendrisio, Stabio e Novazzano. Intanto, il coleottero giapponese ha varcato il Ceneri e già dal 2021 ha superato la catena alpina e si sono ritrovati suoi esemplari, isolati e in piccole aree di infestazione, in più cantoni del nord delle Alpi. Da notare che questi focolai d’infestazione spesso sono ubicati in prossimità delle principali vie di comunicazione, segno che questo alieno, come molti altri organismi invasivi, apprezza fare, suo malgrado, l’autostop (tecnicamente chiamato trasporto passivo). La fenomenale progressione di questo insetto è ben visibile nel sud-ovest del Paese; infatti, qui la popillia ha raggiunto la Valle del Rodano, penetrando dal Sempione.

241107_map_popija_positiv_page-0001.jpg

Popillia Japonica: stato dell'infestazione in Svizzera, aprile 2025

  • Agroscope, 23.04.2025, wejn

Come è possibile leggere sul sito del Servizio fitosanitario cantonale (dove è anche possibile trovare un modulo di segnalazione), l’insetto adulto causa importanti defogliazioni. Ma, il coleottero giapponese non si accontenta di sole foglie, in alcuni casi rode anche fiori e frutti. In caso di forti infestazioni da parte di insetti adulti, è possibile che la defogliazione sia completa e di conseguenza la capacità di fotosintesi della pianta viene talmente ridotta da causare importanti perdite di produzione. In Ticino, le osservazioni giunte al Servizio fitosanitario, indicano che le piante più colpite siano la vite, le rose, il prugno, il lampone, il ciliegio, il rovo e il nocciolo. Perciò è su queste specie che bisogna concentrare le nostre osservazioni per individuare eventuali nuovi focolai d’infestazione. 

defogliazione.jpg

Le severe defogliazioni sono reversibili, ma possono diminuire la produttività delle piante coltivate

  • IMAGO / Depositphotos

Detto delle devastazioni provocate dall’insetto adulto di Popillia japonica sulle parti aeree delle piante, il bilancio non migliora se andiamo ad osservare cosa fanno le larve. Per fare ciò, è necessario scavare nel sottosuolo. Le larve, infatti, si sviluppano nel terreno cibandosi di radici di graminacee. Questo, in caso di importanti infestazioni, provoca forti danni ai tappeti erbosi che possono indebolirsi e liberare delle chiazze di terra, inestetiche, ma anche molto problematiche se queste chiazze colpiscono terreni di gioco, del calcio, per esempio, o superfici di coltivazione di tappeti erbosi in rotoli. Ma non è finita! La presenza massiccia di larve in un determinato luogo attira i predatori; cornacchie, cinghiali e talpe possono così peggiorare le già precarie condizioni del manto erboso, scavando gallerie e buche nella loro caccia alle larve…

09:19

Il coleottero giapponese

RSI Info 04.10.2021, 16:00

Come per tutti gli organismi alieni a carattere invasivo, la lotta risulta difficile. E anche se, come abbiamo descritto, ci sono numerosi predatori che hanno già imparato a sfruttare questa nuova risorsa, la diffusione dell’insetto avviene velocemente perché al riparo dai limiti ecologici e ambientali che l’insetto ha nel suo paese di origine. In Giappone, infatti, l’impatto di Popillia japonica sulle piante in natura e nelle coltivazioni rimane molto limitato.

popillia su mirtillo.jpg

Quando sono tanti, i coleotteri giapponesi possono attaccare anche i frutti

  • IMAGO / Depositphotos

Come contenere allora la diffusione e l’impatto di questo insetto? Non abbiamo la sfera di cristallo, ma è verosimile che con il tempo, il coleottero giapponese incontri sul suo cammino sempre più predatori e antagonisti che imparino a nutrirsene. Tuttavia, questa via naturale di contenimento potrebbe impiegare anche decine di anni prima di manifestare i suoi risultati. In realtà, anche tutti noi assieme agli specialisti impiegati sul campo, possiamo fare qualcosa per rallentare l’avanzata di questo insetto . Innanzitutto, è fondamentale controllare tutte le vie di trasporto possibili: turisti e campeggiatori che rischiano di imbarcare “clandestini” a bordo, trasporto inerti che può traslocare involontariamente le larve, derrate alimentari e scarti di vegetali che potenzialmente portano gli adulti anche a centinaia di chilometri dal loro luogo di partenza. E questi sono solo alcuni esempi delle vie di diffusione sfruttate dal coleottero. Nei giardini e negli orti privati si può lottare raccogliendo a mano gli insetti al mattino presto, quando sono meno mobili, mettendoli in un vaso contenente acqua saponata ed eliminandoli nel sacco dei rifiuti, dopo averli congelati qualche ora. Nelle aree infestate è oggi possibile utilizzare delle trappole con feromoni. Tuttavia, il loro impiego è da considerare molto delicato, perché su piccole parcelle l’effetto potrebbe essere quello di attirare più coleotteri di quanto poi se ne catturano. Per questa modalità di lotta è consigliabile contattare il Servizio fitosanitario del Cantone. In viticoltura, la Confederazione ha omologato eccezionalmente (fino a ottobre 2025) l’uso di un insetticida a base di acetamiprid, un neonicotinoide. L’impiego di questo insetticida deve essere fatto però valutando attentamente la soglia di danno e le misure da applicare per proteggere gli insetti impollinatori, sensibili a questo principio attivo.

trappola feromoni.jpg

Trappola con feromoni in azione a Kloten (ZH)

  • IMAGO / dieBildmanufaktur

Riteniamo che probabilmente il campo dove si giocherà la partita più importante, e per certi versi interessante della lotta alla Popillia japonica sia quello del sottosuolo e dello stadio larvale di questo insetto. Sapendo che le larve si sviluppano idealmente in terreni inerbiti, umidi, è fondamentale limitare al minimo l’irrigazione. È anche risaputo che le larve si sviluppano meno bene in prati con una maggiore altezza di taglio dell’erba. Perciò, abbiamo un’ulteriore ragione per favorire una gestione più naturale dei prati privati e pubblici piuttosto che una “all’inglese”. Le larve di Popillia, infine, sono sensibili alla lotta con Bioinsetticidi composti da nematodi. In questo campo, i prodotti a base del genere Heterorhabditis, già impiegati contro altri coleotteri parassiti, danno buoni risultati anche contro il coleottero giapponese. Per contenere questo insetto alieno sarà fondamentale anche investire nella ricerca. E in questo ambito la SUPSI, in collaborazione con il Servizio fitosanitario cantonale, sta avviando un progetto di ricerca che vuole indagare meglio i parametri fisici, in particolare l’andamento dell’umidità, nel sottosuolo dove si sviluppano le larve.  

1x1-giardino_di_albert

La scienza e la natura ti affascinano?

Il Giardino di Albert soddisfa la tua voglia di capire

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare