Cultura e spettacoli

Milano: Teatro alla Scala, ripristinato il dress code

Per tutelare il decoro del luogo e degli spettatori viene vietato l’ingresso con canottiere, pantaloni corti ed infradito, pena la non restituzione del biglietto  

  • Oggi, 12:55
01:33

RG 12.30 del 07.07.2025 - Il servizio di Valentina Bensi

RSI New Articles 07.07.2025, 12:40

  • EPA/Daniel Dal Zennaro
Di: Valentina Bensi-Radiogiornale/joe.p. 

Il Teatro alla Scala di Milano ha deciso di ripristinare un dress code adeguato per accedere agli spettacoli. Viene dunque vietato l’ingresso con canottiere, pantaloni corti ed infradito, pena la non restituzione del biglietto. La norma torna a essere applicata per tutelare il decoro del luogo e degli spettatori.

Ma come bisogna vestirsi per andare all’opera? Inizialmente, nel XVII secolo, la partecipazione a uno spettacolo operistico era ritenuta un momento di grande importanza, un’occasione non solo per vivere l’unicum artistico, ma anche per sottolineare il proprio status sociale attraverso l’abbigliamento formale ed elegante. Nel tempo, il modo di vestirsi per andare all’opera ha subito una vera e propria rivoluzione, diventando sempre meno formale.

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L'interno della Scala di Milano

  • IMAGO/Depositphotos

In uno dei teatri più iconici del mondo quale il Teatro alla Scala di Milano le regole sono sempre esistite, ma l’applicazione è variata. Il sovrintendente uscente Dominique Meyer aveva invocato più tolleranza, anche perché in gioventù lui stesso, una delle prime volte che andava all’Opéra di Parigi (istituzione di cui poi è diventato direttore generale), era stato redarguito per il suo look “da operaio” dai suoi vicini di palco. “Mi importa che i giovani vengano, non come sono vestiti” aveva quindi stabilito Meyer.

In realtà alla Scala la questione non sarebbe tanto l’abbigliamento dei giovani, quanto quello degli stranieri, spesso turisti in visita nel Belpaese, che arrivano sovente a teatro con improbabili mise. Una questione che ora viene affrontata con maggiore fermezza dal nuovo sovrintendente, Fortunato Ortombina, con un provvedimento che impone più controllo anche su altri aspetti, quali ad esempio il divieto di introdurre cibo e bevande dall’esterno, e l’avviso a non utilizzare gli smartphone durante le rappresentazioni.

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