Approfondimento

“La Svizzera non deve cedere alla narrativa delle Big Tech”

La Confederazione può essere più indipendente da giganti tecnologici come Microsoft nel campo dell’intelligenza artificiale, afferma un esperto di sovranità digitale

  • 40 minuti fa
Apertus è il primo modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) completamente aperto e pubblico della Svizzera

Apertus è il primo modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) completamente aperto e pubblico della Svizzera

  • Keystone
Di: Sara Ibrahim (swissinfo.ch) 

La Svizzera dipende fortemente dalle tecnologie digitali e di intelligenza artificiale (IA) straniere. Circa il 75% delle aziende del Paese utilizza principalmente piattaforme di IA come ChatGPT e Copilot (parte di Microsoft) per compiti come la generazione di testi, la codifica e l’analisi dei dati. Un dato in linea con le tendenze globali.

Anche il Governo svizzero e la sua amministrazione dipendono fortemente dalle applicazioni digitali delle grandi aziende tecnologiche statunitensi, in particolare da Microsoft. Un cambio di fornitore è considerato “troppo rischioso e costoso”, ha scritto l’amministrazione nel 2023, annunciando il passaggio a Microsoft 365.

Oggi, tuttavia, cresce la consapevolezza che affidarsi alle tecnologie delle cosiddette Big Tech, grandi attori globali come Microsoft, Amazon o OpenAI, comporta dei rischi. Il dimissionario capo delle forze armate, Thomas Süssli, ha recentemente messo in guardia dai pericoli per la sicurezza nazionale in una lettera interna al Governo.

“Finché i nostri documenti sono nel cloud di Microsoft, il Governo statunitense può accedervi”, afferma Matthias Stürmer, direttore dell’Istituto per la trasformazione del settore pubblico dell’Università di scienze applicate di Berna ed esperto di sovranità digitale. I rischi geopolitici sono aumentati con la nuova amministrazione presidenziale statunitense perché “il Governo degli Stati Uniti non segue più le regole”, afferma Stürmer.

Alla fine dello scorso anno, l’amministrazione federale svizzera ha annunciato l’intenzione di spendere 140 milioni di franchi per rinnovare le licenze Microsoft per tre anni. Stürmer ritiene che, se la Confederazione investisse anche solo il 10% di quanto versa per le soluzioni informatiche delle grandi aziende tecnologiche statunitensi, potrebbe facilmente conquistare una maggiore sovranità digitale.

“Non è impossibile uscire dalla ‘prigione dorata’ dei costosi servizi digitali in cui le Big Tech vorrebbero rinchiuderci”, afferma.

In occasione del rinnovo del suo ultimo contratto con Microsoft, l’amministrazione federale ha annunciato di voler esplorare alternative open source per ridurre le sue “numerose dipendenze” dal software proprietario del colosso statunitense.

Condizioni ideali per la sovranità digitale

Secondo Stürmer, la Svizzera è ben posizionata per costruire la propria infrastruttura digitale, grazie alle sue università, a una forte comunità di ingegnere e ingegneri informatici e a un crescente ecosistema di soluzioni open-source.

Il Governo svizzero ha già iniziato a investire in infrastrutture e tecnologie informatiche nazionali. Nel campo dell’intelligenza artificiale, il Paese ha speso più di 100 milioni di franchi per il supercomputer Alps e per la Swiss AI Initiative, che a settembre ha lanciato Apertus, il primo modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) completamente aperto e pubblico della Svizzera. Per rafforzare la trasparenza digitale, una legge impone che tutti i software di proprietà del Governo siano resi pubblici, un passo avanti che gli analisti dell’UE descrivono come “una pietra miliare giuridica” a livello europeo.

Lo stesso Apertus, secondo Stürmer, è un esempio di come la Confederazione possa sviluppare strumenti di IA sovrani e conformi alla normativa europea, che rappresentino una valida alternativa a quelli delle Big Tech. “Vogliono farci credere che solo loro sono in grado di creare e gestire l’IA, ma questo è falso”, afferma. “La Svizzera non deve cedere a questa narrazione”.

Ma non tutti sono d’accordo. Marcel Salathé, co-direttore del Centro per l’IA del Politecnico federale di Losanna (EPFL), ritiene che modelli come Apertus rappresentino un passo avanti, ma non una svolta. Le risorse chiave per la costruzione di sistemi di IA – come la potenza di calcolo, i chip e i dati – sono ancora controllate da poche potenze tecnologiche. “Non esiste una sovranità nell’IA, perché questa tecnologia è nelle mani della Cina e degli Stati Uniti”, sottolinea.

Gestione dei dati sensibili

Stürmer ritiene che iniziative come Apertus, anche se non paragonabili per portata a quelle come GPT-5, siano fondamentali per la transizione digitale del Paese in tutti i settori, compreso quello medico. “Non possiamo usare ChatGPT per i dati medici sensibili. Apertus è necessario perché è trasparente e indipendente da interessi politici e commerciali”, afferma.

Oltre ad Apertus, Stürmer indica centinaia di software open-source e piattaforme digitali, utilizzate e sviluppate in Svizzera o in altri Paesi europei, che possono sostituire gli strumenti provenienti dagli Stati Uniti e rafforzare l’autonomia tecnologica del Paese. Un esempio è openDesk, un’alternativa a Microsoft Office creata in Germania dal Centro per la sovranità digitale. Per rendere più visibili queste soluzioni, Stürmer ha contribuito a fondare la Rete per una Svizzera digitale sovrana, che collega organizzazioni elvetiche del settore pubblico e privato.

Il mondo più vicino all’IA sovrana

Oggi ci sono già più di due milioni di modelli di IA open-source pubblicati su piattaforme aggregative come Hugging Face, dove possono essere condivisi e scaricati. Tra questi c’è lo svizzero Apertus, che è “l’unico LLM europeo tra i primi dieci al mondo su Hugging Face”, afferma Joshua Tan, ingegnere informatico che vive negli Stati Uniti e fondatore della comunità di ricerca sull’autonomia digitale Metagov.

“Apertus dimostra che è possibile costruire un modello di intelligenza artificiale di alto livello senza rubare dati da internet”, afferma Tan.

Tan ritiene inoltre che la narrativa delle Big Tech, secondo cui nessuno può competere con i loro sistemi di IA e chi ci prova sarà lasciato indietro, metta in ombra i progressi verso la sovranità digitale. Oltre alla Svizzera, diversi altri Paesi si sono già mossi per sviluppare i propri modelli di IA attraverso la collaborazione con laboratori di ricerca nazionali o organizzazioni finanziate con fondi pubblici.

Tra questi vi sono Singapore, Spagna e Svezia, e Tan ritiene che altri seguiranno. Auspica un’alleanza tra i governi nazionali per far progredire più efficacemente lo sviluppo di soluzioni di IA sovrane. “Siamo più vicini di quanto molti pensino: man mano che implementeremo questi modelli, le persone inizieranno a rendersi conto che non si tratta solo di un’utopia, ma di qualcosa che può davvero cambiare le loro vite nel presente”.

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13:40

I moderni “schiavi” dell’intelligenza artificiale

Le nostre inchieste 14.11.2025, 23:00

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