Il plurilinguismo nelle scuole svizzere non fa solo titoli negativi, anzi nel canton Uri l’italiano in crisi una decina di anni fa è ora amato come non mai. Secondo quanto comunicato martedì dalla direzione cantonale dell’istruzione, nello scorso anno scolastico 140 bambini - il 40% di quelli che frequentavano la quinta elementare - hanno scelto quale materia opzionale la lingua del vicino Ticino. È il valore più alto da quando questa opzione è stata introdotta, secondo David Zurfluh, responsabile dell’ufficio per le scuole dell’obbligo.
Vent’anni fa Uri aveva ridefinito l’ordine delle lingue insegnate nei propri istituti: da allora si comincia con l’inglese in terza elementare, si prosegue con l’italiano opzionale dalla quinta, mentre dalla settima classe si aggiunge il francese. Anche questo apprezzato, visto che quasi l’87% degli allievi partecipa a un programma di scambio con ragazzi romandi. “Entrambe le lingue nazionali sono per noi importanti”, afferma Zurfluh, secondo il quale è importante imparare soprattutto l’idioma dei vicini, con cui ci sono forti rapporti sia nel lavoro che nel tempo libero. In collaborazione con l’alta scuola pedagogica ticinese, si sta sviluppando anche il nuovo materiale didattico. Hanno infine successo anche i corsi opzionali, prevalentemente online, per gli allievi delle medie, introdotti una decina di anni fa per far fronte a quello che allora era un calo di interesse per l’italiano.