Approfondimento

Quando l’IA è più convincente di un umano

Uno studio del Politecnico di Losanna dimostra che i chatbot possono essere più persuasivi degli esseri umani nei dibattiti politici, se conoscono i dati personali dell’interlocutore

  • 2 giugno, 05:52
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I partecipanti dovevano discutere di vari argomenti politici, senza sapere se a rispondere fosse un'IA

  • Keystone
Di: Sandro Della Torre (SRF)/Zz 

Se si cercano argomenti convincenti a favore di una particolare opinione politica, l’intelligenza artificiale (IA) è uno strumento potente, come dimostra l’esperienza con i chatbot.

Ora è arrivata anche la prova scientifica: se i generatori di testo basati sull’IA conoscono alcuni dettagli personali dell’interlocutore, sono più convincenti nei dibattiti politici rispetto alla maggior parte delle persone. È quanto risulta da uno studio condotto dal Politecnico federale di Losanna (EPFL) in collaborazione con l’Università di Princeton negli Stati Uniti e la Fondazione Bruno Kessler, che finanzia un istituto di ricerca a Trento, in Italia, dove lavora Riccardo Gallotti.

I risultati dello studio sono impressionanti, dice Gallotti. “L’IA non è intelligente, ma sa tutto. Può selezionare gli argomenti giusti tra tanti, a seconda dell’interlocutore”.

Come i chatbot influenzano le opinioni politiche (Echo der Zeit, SRF, 19.05.2025)

Lo studio si concentra sulle discussioni politiche in forma scritta, come nei forum online o sui social media. I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di argomentare su vari temi politici, ad esempio la loro posizione sull’aborto. Tuttavia, non sapevano se a rispondere fosse un umano o l’IA.

Alla fine, i partecipanti hanno dovuto valutare quanto trovavano convincente l’interlocutore. L’intelligenza artificiale era chiaramente in vantaggio in termini di argomentazione, ma solo se disponeva di alcune informazioni sulla controparte, come sesso, età e preferenze politiche.

Da molti anni ormai le informazioni personali vengono utilizzate per mostrare alle persone pubblicità politiche personalizzate, ad esempio su Facebook, che si sono dimostrate efficaci.

Secondo Gallotti, ora si sta facendo un passo ulteriore: “Si può immaginare una rete di account automatizzati che scrivono commenti su Internet per convincere le persone con messaggi personalizzati”. Si tratterebbe di efficaci macchine di propaganda e Gallotti non esclude che ciò avvenga già oggi. La tecnologia necessaria è disponibile. Secondo il ricercatore, è importante imporre una maggiore trasparenza alle piattaforme. La società sarebbe così in grado di controllare ciò che accade realmente su di esse.

Tobias Keller, che si occupa di politica in particolare in relazione ai social media a gfs.bern, ha una visione simile: “Da un lato, la politica deve capire se è necessario intervenire. Dall’altro, le piattaforme devono reagire e trovare risposte a queste nuove sfide, se vogliono creare dei luoghi di interazione senza bot”.

Secondo Keller, la Svizzera ha buoni prerequisiti per proteggersi da questa evoluzione: il sistema mediatico svizzero crea una solida base di fatti per i dibattiti politici. Anche il sistema multipartitico svizzero, che porta a compromessi e offre più spazio per le sfumature, ha un effetto positivo.

Nonostante la sua alta capacità di persuasione, l’IA non dovrebbe quindi influenzare significativamente la democrazia svizzera nel prossimo futuro.

04:30

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