Il calo del PIL tedesco nel secondo trimestre è stato più forte di quanto inizialmente stimato e le difficoltà dell’industria, alle prese con i dazi doganali statunitensi, hanno cancellato la ripresa evidenziatasi nel primo trimestre.
Tra aprile e giugno il prodotto interno lordo (PIL), corretto per le variazioni di prezzo, stagionali e di calendario, è sceso dello 0,3%, secondo un comunicato dell’istituto di statistica Destatis pubblicato venerdì. A luglio la sua prima stima per il PIL prevedeva un calo dello 0,1%.
La tregua è stata quindi di breve durata per la prima economia europea, la cui attività aveva registrato un rimbalzo dello 0,3% nel primo trimestre, anch’esso leggermente rivisto al ribasso venerdì. Una frenesia di acquisti prima dell’introduzione dei dazi doganali americani aveva favorito i pilastri del modello economico tedesco, le esportazioni e la produzione industriale.
Ma “si è verificato un ribaltamento di questo effetto di anticipazione e il primo impatto completo dei dazi doganali americani si è fatto sentire nel secondo trimestre”, analizza Carsten Brzeski della banca ING. La produzione industriale ha sofferto in primavera, con un calo dello 0,3% rispetto al primo trimestre, più marcato del previsto.
Produzione che è diminuita “in quasi tutti i settori dell’industria manifatturiera, tranne che nell’assemblaggio di automobili e componenti automobilistici e nella costruzione di altri veicoli”, sottolinea il comunicato.