L’economia svizzera ha risentito in modo chiaro dell’introduzione dei dazi doganali statunitensi del 39% ad agosto e del rallentamento della congiuntura mondiale. Una prima stima della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) indica una contrazione del prodotto interno lordo (PIL) dello 0,5% nel periodo che va da luglio a fine settembre.
Il dato diffuso oggi, lunedì, - a circa 45 giorni dalla fine del trimestre - si basa sulle informazioni relative al PIL e alla produzione attualmente disponibili, precisa la SECO in una nota. Nel secondo trimestre, era stata registrata una crescita dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, al netto degli effetti degli eventi sportivi, dopo una crescita dello 0,7% tra gennaio e marzo.
L’economia svizzera ha pertanto prodotto ancora meno ricchezza di quanto previsto dagli economisti consultati dall’agenzia AWP, che si aspettavano un’evoluzione compresa tra -0,3% e +0,2%. L’andamento dell’industria è stato nel complesso negativo, a causa di un forte calo della creazione di valore nel settore chimico-farmaceutico, si legge nel comunicato della SECO. Il terziario, dal canto suo, attesta una crescita inferiore alla media.






