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“A Gaza Israele sta commettendo un genocidio coloniale”

Secondo la giornalista e scrittrice Rula Jebreal la “dottrina” attuata dallo Stato ebraico nella Striscia tradisce regole e convenzioni costruite dopo la Seconda guerra mondiale

  • 3 giugno, 12:04
  • 3 giugno, 23:34
14:36

60 Minuti del 02.06.25, Gaza soffocata

RSI Info 03.06.2025, 10:03

  • RSI
Di: 60 Minuti/Spi 

“Ho voluto scrivere questo libro per lanciare un allarme. Perché la dottrina di Gaza non rimarrà a Gaza”. Il libro di cui parla Rula Jebreal s’intitola ‘Genocidio, quello che rimane di noi nell’era neo-imperiale’. Intervistata da Reto Ceschi a 60 Minuti, la giornalista e scrittrice ha spiegato come, secondo lei, palestinese con cittadinanza israeliana, nella Striscia di Gaza sia “cambiato il modo in cui guardiamo a quanto sta accadendo, con l’indifferenza dell’Occidente democratico. Il modo in cui guardiamo alle regole o almeno all’ordine mondiale basato sulle regole. L’Occidente si è sempre vantato di affermare che la differenza principale tra democrazie e autocrazie stava nel rispetto delle regole, delle leggi e dei trattati. Fondamentalmente a Gaza abbiamo assistito all’abbandono completo e al tradimento di queste regole e convenzioni costruite dopo la Seconda guerra mondiale”.

A Gaza, secondo Jebreal, “è stata lanciata una dottrina barbarica in cui le vittime, civili, donne, bambini, anziani, malati, sono tutte un target militare legittimo agli occhi di Israele. Ciò non era mai accaduto prima”. O se succedeva, “erano organizzazioni terroristiche o regimi canaglia. Per la prima volta un alleato, armato dall’Occidente, continua a commettere crimini di guerra, crimini contro l’umanità con il sostegno totale dell’Occidente”.

Per mesi e mesi chi parlava di “genocidio a Gaza” veniva stigmatizzato, ora molto meno. Le immagini della carestia hanno fatto la differenza, ma secondo la giornalista, “si è soprattutto rotto un tabù. Ci sono molti specialisti internazionali, giuristi ed esperti dell’Olocausto, che hanno detto che Israele sta commettendo un genocidio coloniale. Sono esperti ebrei, americani e israeliani, come Amos Goldberg, Daniel Blatman, Lee Mordechai e molti altri che hanno infranto il tabù che non si può accusare Israele di genocidio”.

Il mondo, secondo Jebreal, “fatica a riconoscerlo perché, quando si riconosce il genocidio, scattano due cose: la responsabilità di proteggere, prevenire, ma soprattutto quella di punire”. Ogni genocidio, ha aggiunto, “è diverso. Vorrei fare mia la parola di Amos Goldberg, che ha detto ‘Quello che accade a Gaza non è l’Olocausto, ma è della stessa famiglia’”.

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