Il Cremlino ha scartato venerdì l’ipotesi di un vertice fra Vladimir Putin, Volodymyr Zelensky e Donald Trump a Istanbul, sotto l’egida del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Putin, ha detto il portavoce Dmitri Peskov, non è contrario per principio a incontri ai più alti livelli, ma prima le trattative fra i negoziatori devono condurre a risultati concreti.
Lunedì la Russia invierà dunque nuovamente una delegazione sul Bosforo, per un faccia a faccia con l’omologa ucraina. Kiev non ha ancora confermato ufficialmente la presenza dei suoi diplomatici, mentre andranno a Istanbul - secondo l’inviato speciale di Washington Keith Kellogg - rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito.

Fidan con l'omologo russo Lavrov tre giorni fa a Mosca
Un incontro diretto con Putin era già stato proposto da Zelensky prima del precedente round negoziale in Turchia, ma Vladimir Putin non aveva accolto l’invito. La nuova proposta di summit elaborata da Ankara è stata formulata per bocca del ministro degli esteri Hakan Fidan, ora a Kiev dopo essere stato a Mosca in settimana. Fidan ha incontrato per primo l’omologo ucraino Andriy Sybiha e ha assicurato che entrambe le parti “vogliono un cessate il fuoco”.
Come il 16 maggio, risoltosi senza grandi progressi se non l’accordo per uno scambio di 1’000 prigionieri per parte, nel frattempo avvenuto, anche ora il punto per Mosca è però il medesimo: ai leader tocca intervenire nelle fasi conclusive di un negoziato, non in quelle iniziali. E le posizioni sono ancora molto distanti: l’Ucraina pretende di avere in anticipo il “memorandum” redatto dal Cremlino con le esigenze russe per arrivare alla pace. Condizioni che con ogni probabilità per Kiev risulteranno inaccettabili: non solo la rinuncia all’adesione alla NATO e un ridimensionamento della sua forza militare, ma anche - e soprattutto - la cessione delle regioni dichiarate annesse dalla Russia (Crimea, Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhia, le ultime tre delle quali non completamente occupate attualmente).
Mosca più di Kiev può permettersi di prendere tempo: le sue truppe avanzano, stanno espandendo il “cuscinetto” lungo la frontiera con gli oblast di Kharkiv e Sumy ed esercitano pressione lungo tutta la linea del fronte, in particolare attorno a Pokrovsk e da più direzioni verso Kostiantynivka, la sua cui conquista permetterebbe poi di prendere d’assalto le ultime due grosse città ancora ucraine nel Donbass, Sloviansk e Kramatorsk. Nelle ultime settimane si sono succedute con frequenza le notizie della conquista di villaggi nell’Ucraina orientale, ultimo in ordine di tempo quello di Kindrashivka, 40 chilometri oltre il confine con la regione di Belgorod e a 120 chilometri da Kharkiv.

Ucraina: trattative e attacchi
Telegiornale 30.05.2025, 12:30