Da diversi giorni il Sud-est asiatico e l’Asia meridionale sono colpiti da piogge torrenziali e conseguenti inondazioni, che stanno causando morti, distruzione e sfollamenti. Il bilancio delle vittime continua a crescere, avvicinandosi al migliaio. Tra Indonesia, Sri Lanka, Thailandia e Malaysia si contano oltre un milione di persone costrette a lasciare le proprie case.
Secondo i dati diffusi dall’agenzia nazionale per le calamità naturali, il numero dei morti in Indonesia a causa di inondazioni e frane è salito a 502, mentre i dispersi sono 508: non si registravano eventi di questa portata da almeno dieci anni. Alcune isole sono rimaste completamente isolate, come Sumatra, grande quanto Svizzera, Germania e Austria messe insieme. Gli abitanti della parte settentrionale dell’isola sarebbero stati costretti a saccheggiare supermercati per procurarsi cibo e acqua potabile. La stessa Sumatra, nel 2004, era stata colpita da uno tsunami che causò la morte di 400 persone.
In Sri Lanka il bilancio delle vittime supera le 300 unità, con quasi 400 dispersi. Più di 800’000 persone hanno perso la casa. Altri, invece, non dispongono né di elettricità né di acqua potabile.
In Thailandia le aree più colpite sono quelle meridionali, lontane dalle principali mete turistiche. In Malaysia, invece, il Paese è stato sommerso dalle acque senza che le autorità riuscissero a fornire un’allerta tempestiva.
Secondo gli esperti, questo maltempo è di una violenza eccezionale, aggravata dai cambiamenti climatici. A peggiorare la situazione c’è l’incapacità del territorio di adattarsi ai fenomeni meteorologici estremi legati al surriscaldamento globale.

Maltempo in Asia, mille morti
Telegiornale 30.11.2025, 20:00










