Inizia oggi in Brasile un processo che potrebbe segnare una svolta storica nella vita politica del Paese. L’ex presidente Jair Bolsonaro, insieme ad altri sette imputati tra cui ex ministri e generali, è accusato di aver pianificato un colpo di Stato per impedire l’insediamento del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, dopo le elezioni del 2022.
RG 12.30 del 02.09.2025 La corrispondenza di Maria Zuppello
RSI Info 02.09.2025, 12:39
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La Corte Suprema brasiliana avvierà le udienze che si protrarranno fino al 12 settembre, data entro la quale è attesa la sentenza. Bolsonaro, 70 anni, è attualmente agli arresti domiciliari e, se condannato, rischia fino a 43 anni di carcere, il massimo previsto dalla legge brasiliana.
È la prima volta nella storia del Brasile che un ex capo di Stato viene processato per accuse così gravi, a quarant’anni dalla fine della dittatura militare (1964-1985), i cui responsabili non sono mai stati giudicati.
Secondo l’accusa, Bolsonaro avrebbe guidato una “organizzazione criminale” con l’obiettivo di mantenere il potere in modo autoritario, nonostante la sconfitta elettorale. Il piano prevedeva un decreto di stato d’assedio e l’arresto di figure istituzionali, tra cui il presidente eletto Lula e il giudice Alexandre de Moraes.
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Il processo si svolge in un clima di massima sicurezza a Brasilia. Droni con visione notturna e un ingente dispiegamento di forze dell’ordine sorvegliano la Piazza dei Tre Poteri, teatro dell’assalto dell’8 gennaio 2023 da parte dei sostenitori di Bolsonaro. L’ex presidente, che si trovava negli Stati Uniti durante quei disordini, è ritenuto dall’accusa l’ispiratore delle violenze.
Bolsonaro si proclama innocente e vittima di persecuzione politica. La sua difesa ha annunciato che non sarà presente alle udienze finali. I suoi sostenitori, intanto, sperano in un’amnistia parlamentare per evitare la detenzione.
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La vicenda ha innescato una crisi diplomatica con gli Stati Uniti: il presidente Donald Trump, alleato di Bolsonaro, ha imposto una tariffa punitiva del 50% su alcune esportazioni brasiliane, denunciando una “caccia alle streghe” contro l’ex presidente.
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