La parlamentare americana Marjorie Taylor Greene, figura della destra radicale e - in passato - sostegno incrollabile di Donald Trump, ha annunciato venerdì sera le sue dimissioni dalla Camera dei Rappresentanti. Pomo della discordia: la gestione dello scandalo sessuale Epstein: Greene ha denunciato l’iniziale approccio di Trump, il presidente ha risposto alle critiche e troncato i rapporti con l’eletta repubblicana.
Solo il 20 novembre Donald Trump ha infatti promulgato una legge che costringe il suo Governo a rendere pubblici tutti i documenti ufficiali sul caso che ha coinvolto il finanziere del jet-set newyorkese, Jeffrey Epstein, morto in prigione nell’estate 2019 prima del suo processo per crimini sessuali.
“Mi dimetterò dalle mie funzioni il 5 gennaio 2026”, ha dichiarato l’icona del movimento MAGA (Make America Great Again) sul social network X, aggiungendo che “difendere le donne americane che sono state violentate all’età di 14 anni, vittime di traffico e sfruttate da uomini ricchi e potenti non dovrebbe espormi a essere qualificata come traditrice e essere minacciata dal presidente degli Stati Uniti, per il quale mi sono battuta”. Greene ha anche affermato che era “sempre stata disprezzata a Washington” e che non si era “mai integrata”.

Caso Epstein, Trump firma
Telegiornale 20.11.2025, 12:30







