APPROFONDIMENTO

Cambio dell’ora, ma non volevano abolirlo?

Qualcosa sembra muoversi all’interno dell’Unione europea, ma l’iter potrebbe essere ancora lungo (o arrestarsi di nuovo)

  • Oggi, 18:08
  • Oggi, 18:13
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  • Due volte l'anno la stessa storia...
Di: Federica Ciommiento 

Due volte l’anno arriva lui, il cambio dell’ora. E puntualmente ci si chiede: “Ma non volevano abolirlo?”. In effetti nel 2018 il tema è stato portato sui tavoli di Bruxelles, ma il Consiglio dell’Unione europea non è riuscito a trovare un accordo. E da lì il processo si è arenato. La Commissione ha sospeso l’iter legislativo per l’abolizione del cambio dell’ora, lasciando però aperta la possibilità di revisione entro il 2026. Senza una decisione contraria, la situazione resterebbe quella attuale.

Ma perché le discussioni si sono bloccate? Tra le cause principali - oltre al mancato raggiungimento della maggioranza dal Consiglio - c’è anche la pandemia che ha rallentato le discussioni. Inoltre, negli ultimi anni nessun Governo ha spinto con forza per una decisione definitiva e il tema non è stato tra le priorità dell’Unione europea. Qualcosa però si potrebbe muovere: il Parlamento europeo ha parlato del tema nella sua seduta di giovedì e la Spagna ha presentato negli scorsi giorni al Consiglio dell’Energia dell’Unione europea una mozione informativa per abolire il cambio dell’ora.

Cosa successe nel 2018?

Per capire meglio il processo decisionale, torniamo al 2018. A febbraio il Parlamento europeo chiede alla Commissione di valutare l’efficacia della direttiva che regola il cambio dell’ora. Durante l’estate la Commissione europea lancia una consultazione pubblica online, alla quale partecipano 4,6 milioni di cittadini. L’84% si dichiara favorevole all’abolizione del cambio stagionale dell’ora.

Dopo questo segnale di volontà popolare e il parere favorevole del Comitato economico e sociale europeo, il Parlamento approva in prima lettura a marzo 2019 la proposta direttiva per abolire il cambio dell’ora. Essa prevede l’abolizione della direttiva che regola il cambio dell’ora e l’obbligo di coordinamento tra gli Stati membri per evitare disallineamenti nei fusi orari.

Il Consiglio dell’Unione europea, che rappresenta i Governi nazionali, non raggiunge una maggioranza qualificata (almeno 15 Stati su 27) e l’iter si blocca. Infatti alcune Nazioni vogliono mantenere l’ora solare (soprattutto quelle del nord Europa), altri l’ora legale (in particolare Paesi al sud, come Italia e Spagna) e per altri ancora il cambio dell’ora non rappresenta un problema.

La proposta di eliminare i passaggi annuali tra ora legale e solare non è formalmente respinta, ma è congelata. Quello che può succedere è che la Commissione ritiri la proposta o che la ripresenti in forma aggiornata, magari dopo nuovi studi o pressioni politiche.

Sanchez torna sul tema

Parlando di pressioni politiche, la più recente è arrivata dal premier spagnolo Pedro Sanchez, che ha affermato di non vedere più il senso di cambiare l’ora due volte l’anno. “In tutti i sondaggi in cui sono interpellati, gli spagnoli e gli europei in maniera maggioritaria sono contrari al cambio orario”, ha indicato in un videomessaggio su X. “Per di più la scienza ci dice che comporta un minimo risparmio energetico e ha un impatto negativo sulla salute e sulla vita della gente, perché altera i ritmi biologici due volte l’anno”.

Discussioni al Parlamento europeo giovedì

Il cambio dell’ora è stato discusso nella seduta del Parlamento europeo che si è svolta giovedì a Strasburgo. Nel suo intervento, il commissario europeo per i trasporti sostenibili e il turismo Apostolos Tzitzikostas ha affermato che “a seguito delle discussioni avviate dalla Presidenza polacca del Consiglio, la Commissione ha deciso di intraprendere un’ulteriore analisi attraverso uno studio dettagliato a cui stiamo lavorando proprio in questi giorni per supportare il futuro processo decisionale su questo tema”.

Possibili ricadute sulla salute

Tra le motivazioni dell’abolizione del cambio dell’ora, ci sono le ricadute sulla salute. Tzitzikostas ha indicato: “Le ricerche dimostrano che questi cambiamenti forzati dell’orologio disturbano il nostro orologio interno, interferendo con la nostra routine del sonno e con il nostro metabolismo. A breve termine, riducono l’umore, l’energia e la prontezza di riflessi, il che riduce già la produttività sul lavoro e la sicurezza stradale. Ma a lungo termine gli effetti possono essere molto più gravi, con un rischio maggiore di contrarre diverse malattie”. 

Parlando di problemi del sonno, il dottor Mauro Manconi, viceprimario di medicina del sonno dell’EOC, è stato più cauto. Ospite a Prima Ora della RSI, ha spiegato che il cambio dell’ora è come un piccolo jet leg, ma che in soggetti sani questo non crea particolari problemi. A soffrirne maggiormente possono essere i bambini, gli anziani e chi soffre di disturbi del sonno. Per abituarsi? Può essere utile adattare poco a poco i propri orari e abitudini a partire da una settimana prima, suggerisce il medico, aggiungendo che se serve, può essere d’aiuto assumere della melatonina.

11:24

Cambio dell'ora, problemi di sonno

Prima Ora 22.10.2025, 18:00

Il risparmio energetico è minimo

Il cambio dell’ora era stato introdotto per risparmiare elettricità, ma studi recenti mostrano che con l’ora legale il risparmio effettivo è calato nel tempo. Questo perché le luci LED e gli elettrodomestici odierni consumano molto meno rispetto al passato. Inoltre sono sempre più diffusi sistemi automatizzati che spengono le luci se non necessarie. Altro punto: più luce serale porta in estate a un maggior uso di condizionatori, che con il loro utilizzo consumano molta elettricità. E non da ultimo, le persone usano più dispositivi elettronici indipendentemente dalla luce naturale e il lavoro remoto o con orari flessibili, riducono l’impatto del ciclo luce-buio. Il Joint Research Centre della Commissione europea ha calcolato nel suo report GECO 2024 che il risparmio energetico medio è inferiore all’1% del consumo totale e varia molto in base alla latitudine e le abitudini locali.

Quale orario scegliere?

C’è chi preferirebbe mantenere l’ora solare e chi l’ora legale. Ma secondo vari esperti, come quelli della British Sleep Society, la prima opzione sarebbe la migliore. Il nostro corpo è regolato da un orologio interno (ritmo circadiano) che segue la luce naturale e beneficia della luce mattutina.

Le origini dell’ora legale

Il cambio dell’ora è stato deciso per risparmiare energia elettrica, sfruttando la luce naturale nelle ore serali. È stato scelto di non introdurlo tutto l’anno perché in inverno, quando già le ore di luce sono minori, spostare l’orario in avanti significherebbe avere il buio al mattino quando le persone si svegliano e vanno al lavoro o a scuola. Inoltre questa maggiore oscurità nelle prime ore del giorno potrebbero avere effetti negativi sulla sicurezza stradale, la salute e la produttività.

L’idea di cambiare l’ora arriva da molto lontano: il presidente statunitense Benjamin Franklin la propose ironicamente nel 1784, in un articolo satirico pubblicato a Parigi suggeriva di svegliarsi prima per risparmiare candele.

L’idea non venne presa sul serio fino al 20esimo secolo. Il primo Paese ad adottare l’ora legale fu la Germania nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale per risparmiare carbone. Poco dopo anche altri Paesi seguirono l’esempio. Nei decenni successivi venne adottata in modo discontinuo, fino agli anni ‘70. Con la crisi petrolifera molti Paesi europei la reintrodussero.

Fino agli anni ’80, ogni Stato membro dell’UE cambiava l’ora in date diverse, causando confusione nei trasporti e nelle comunicazioni. Per risolvere il problema, l’UE ha adottato una direttiva per uniformare il tutto: l’ora legale inizia l’ultima domenica di marzo, quella solare l’ultima domenica di ottobre.

In Svizzera l’ora legale è stata oggetto di una votazione nel 1978. L’83,8% dei votanti scelse il “no”. Ma il Consiglio federale decise di introdurla nel 1981 per facilitare gli scambi commerciali, i trasporti e le comunicazioni con i Paesi vicini.

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La Svizzera, un’isola senza ora legale

RSI Archivi 11.05.1978, 13:13

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