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Chi era Charlie Kirk, l’influencer beniamino di Trump

La sua organizzazione Turning Point USA ha sostenuto la campagna del presidente con fondi e iniziative - Sui social, nel suo podcast e negli eventi nei campus propagandava valori conservatori e diffondeva disinformazione

  • Oggi, 09:27
  • 10 minuti fa
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Il momento dello sparo che ha ucciso Charlie Kirk e la fuga dei presenti

RSI Info 11.09.2025, 10:05

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Di: AFP/pon 

Donald Trump nell’annunciarne il decesso lo ha chiamato “grande, persino leggendario”. Ma chi era il 31enne Charlie Kirk, l’influencer di destra ucciso mercoledì a Orem, mentre parlava nel campus di un’università dello Utah? Era il CEO di “Turning Point USA”, da lui cofondata nel 2012 quando era appena 18enne, abbondantemente finanziata da ricchi donatori repubblicani e divenuta in un decennio la maggiore organizzazione che diffonde valori conservatori negli atenei del Paese, in genere terreno fertile piuttosto per idee liberal. Idee che combatteva con iniziative come “Professor Watchlist”, per “smascherare docenti radicali”.

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Un primo piano di Charlie Kirk

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La sua organizzazione si era allargata nel tempo con “Turning Point Action”, volta a contrastare i democratici e a portare all’elezione di candidati di destra, e “Turning Point Faith” per reclutare pastori e leader religiosi. Kirk faceva inoltre parte del “Council for National Policy”, un think tank conservatore.

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USA: ucciso l'attivista di destra Charlie Kirk

Telegiornale 11.09.2025, 12:30

In altre parole, era la voce del movimento “Make America Great Again” fra i giovani statunitensi, grazie al suo seguitissimo podcast e alla apparizioni televisive, anche su Fox News. Aveva milioni di follower sulle piattaforme online (6,9 milioni su Instagram, 3,8 su YouTube, più di 5 su X). Le apparizioni nei campus, come quella durante la quale gli hanno sparato, erano frequenti: quella di Orem era la prima di quattordici date in due mesi, attraverso tutto il Paese, fino in Minnesota e in Virginia. Davanti a centinaia di sostenitori, invitava gli studenti a dibattere con lui.

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Il quartier generale dell'organizzazione a Phoenix

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Nato ad Arlington in Illinois il 14 ottobre del 1993 e cresciuto nei sobborghi di Chicago, Charlie Kirk si era interessato alla politica già durante l’adolescenza, partecipando come volontario alla campagna senatoriale del repubblicano Mark Kirk (non suo parente). Aveva poi abbandonato gli studi per la sua carriera di militante. Oggi viveva in Arizona, con la moglie Erika, un’ex reginetta di bellezza, e i due figli di tre e un anno.

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La polizia sul luogo dello sparo fatale

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“Charlie Kirk era un nazionalista cristiano carismatico, che serve da portavoce del trumpismo e ha idee estremiste”, riassume Kyle Spencer, autrice di un libro per scrivere il quale ne ha seguito per anni l’ascesa.

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RG 12.30 del 11.09.2025 Il servizio di Bettina Müller

RSI Info 11.09.2025, 13:39

Quali erano queste idee? Il nazionalismo cristiano per l’appunto, il negazionismo del cambiamento climatico, la lotta all’aborto definito “l’Olocausto della nostra epoca” in un evento a Reno a cui l’AFP aveva assistito nell’ottobre scorso, l’opposizione all’immigrazione, il “no” al controllo sulle armi, la disinformazione durante la pandemia di Covid-19, la teoria secondo la quale l’elezione di Joe Biden nel 2020 era stata “rubata”. I commenti su Martin Luther King e su George Floyd (vittima di un noto episodio di violenza della polizia) gli erano valsi accuse di razzismo.

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A un evento elettorale con il vicepresidente JD Vance, durante la campagna del 2024

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Le sue frasi talvolta finivano poi direttamente in bocca al presidente, ma la sua vicinanza a Trump non era solo ideologica, ma anche reale. Nella campagna vittoriosa del 2016 era stato assistente di Donald Trump Jr., diventandone amico, e aveva parlato alla convention repubblicana. Militanti di TPUSA avevano partecipato alla manifestazione del 6 gennaio 2021 sfociata nell’assalto al Campidoglio. Durante la campagna del 2024, Turning Point Action aveva organizzato una vasta operazione di porta a porta a caccia di voti e aveva raccolto donazioni per oltre 100 milioni di dollari.

Per questo era frequentemente ospite alla Casa Bianca. Alla cerimonia di insediamento del era tra gli ospiti d’onore nella Rotonda del Campidoglio.

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Notiziario 06.00 del 11.09.2025 La corrispondenza di Andrea Vosti

RSI Info 11.09.2025, 07:42

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