"La guerra e i grandi fenomeni di violenza di massa del Novecento si possono conoscere partendo dalla loro conclusione, da quei morti che ne rappresentano il più concreto e drammatico prodotto finale". È uno stralcio dal libro "Il corpo del nemico ucciso" uscito per Einaudi Storia nel 2006 e firmato dallo storico Giovanni De Luna.
Un libro che ritrova una drammatica attualità oggi e di cui SEIDISERA ha parlato con l'autore. “La guerra in Ucraina – dice De Luna – ripropone molte delle immagini a cui il Novecento ci ha abituato: questi corpi abbandonati, squarciati, uccisi, il Novecento è gonfio di queste immagini”.
Le due novità di questa guerra riguardano invece da una parte il modo con cui l’opinione pubblica si avvicina alle immagini di oggi; e dall’altra il contesto all’interno del quale la stessa opinione pubblica fruisce della “competizione vittimaria”: vincere sul campo è importante, ma altrettanto lo è – per De Luna – vincere sul piano delle alleanze che si stabiliscono con il “pubblico” attraverso il gioco di chi è più vittima dell’altro.