Il leader unionista Peter Robinson si è dimesso dalla carica di primo ministro dell'Irlanda del Nord. La decisione pare essere giunta dopo l'acuirsi della crisi nel governo di coalizione fra unionisti e repubblicani, seguita ad un omicidio in cui sarebbe stata coinvolta l'Ira. Le larghe intese, dunque, cominciano a scricchiolare. A scompaginare l'esecutivo è il timore di una riorganizzazione dell'Ira, il gruppo paramilitare repubblicano.
A scatenare la crisi, come detto, era stata l'uccisione a Belfast di Kevin McGuigan, ex membro dell'Ira che, come molti sospettano, è stato eliminato in un regolamento di conti interno all'organizzazione.
Oltre a Robinson si dimettono anche gli altri ministri del suo partito unionista, il Dup, che compongono l'esecutivo nordirlandese. Resta Arlene Foster che occuperà la carica vacante ad interim. La situazione sta degenerando e, secondo i media, c'è il rischio che il governo britannico decida di sospendere l'esecutivo locale per restaurare il controllo diretto da Londra. Decisione non immediata che metterebbe a rischio, secondo i commentatori, l'intero processo di pace.
ATS/sdr






