Le forti piogge che si sono abbattute sul Nepal e sull’India da venerdì hanno provocato frane e inondazioni che hanno causato la morte di oltre 60 persone nei due Paesi. In Nepal, secondo quanto dichiarato all’AFP da Shanti Mahat, portavoce dell’agenzia nazionale per le emergenze, 42 persone hanno perso la vita e almeno cinque risultano ancora disperse.
In India, la regione montuosa del Darjeeling, nel nord-est del Paese, è stata duramente colpita da smottamenti che hanno causato almeno 20 vittime, secondo quanto riferito dal parlamentare Harsh V. Shringla. “Intere zone nelle alture sono isolate, le strade sono state distrutte”, ha scritto sul suo profilo X.
Frane e inondazioni sono eventi frequenti in Asia durante la stagione dei monsoni, che va da giugno a settembre. Tuttavia, gli esperti avvertono che il cambiamento climatico sta aggravando la frequenza e l’intensità di questi fenomeni. L’attuale stagione monsonica è stata caratterizzata da precipitazioni eccezionalmente abbondanti, che hanno causato gravi danni e numerose vittime non solo in India e Nepal, ma anche in altri Paesi della regione, come il Pakistan.
Il primo ministro indiano Narendra Modi ha espresso il proprio cordoglio per le vittime, riferendosi a un incidente legato a un ponte nella zona di Darjeeling, senza fornire ulteriori dettagli. “Profondamente colpito dalle vite perse”, ha scritto, promettendo il massimo supporto da parte del governo centrale.
Le autorità locali sono al lavoro per ripristinare le comunicazioni e fornire assistenza alle popolazioni colpite, ma le condizioni meteorologiche continuano a ostacolare gli interventi. La situazione resta critica, con il rischio di ulteriori frane e allagamenti nei prossimi giorni.

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Notiziario 05.10.2025, 10:00
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