Hamas ha trasmesso ai mediatori la sua risposta in relazione all’ultima proposta americana per una tregua. Secondo la Tv del Qatar la risposta è positiva, ma il movimento ha chiesto “alcune lievi modifiche”. Martedì scorso il presidente USA Donald Trump ha affermato che Israele è d’accordo con la proposta. Il premier Netanyahu è atteso lunedi a Washington.
Verso le 22 (ora svizzera) è arrivata una conferma ufficiale da parte del movimento, che “ha inviato una risposta positiva ai fratelli mediatori ed è pienamente pronto ad avviare immediatamente un ciclo di negoziati sul meccanismo per l’attuazione di questo quadro”, si legge su X.
Stando ad alcune fonti diplomatiche riferite dal sito israeliano Ynet, la principale modifica chiesta da Hamas sarebbe la riorganizzazione del meccanismo degli aiuti umanitari, come previsto dalla precedente tregua, e in particolare il ritiro della controversa fondazione umanitaria GHF (Gaza Humanitarian Foundation), sostenuta da Israele e dagli Stati Uniti, che si occupa della distribuzione degli aiuti nella striscia.
Più di 500 persone sono state uccise da fine maggio vicino a siti della GHF secondo fonti ONU. La fondazione nega che presso i suoi siti ci siano stati incidenti.
La proposta, secondo fonti palestinesi, comprenderebbe una tregua di 60 giorni durante la quale Hamas rilascerebbe la metà degli ostaggi israeliani ancora in vita, in cambio della liberazione di prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane. Hamas ha sempre chiesto un cessate il fuoco permanente e il ritiro delle truppe israeliane da Gaza.
Ancora 49 ostaggi sono detenuti da Hamas, 27 sono morti secondo le informazioni di intelligence raccolte dall’esercito israeliano.
52 morti oggi
Nelle ultime 24 ore i morti causati dall’offensiva israeliana nella striscia di Gaza sono 52, secondo fonti della difesa civile, controllata da Hamas. Undici sono rimasti uccisi vicino ai punti di distribuzione degli aiuti umanitari, dove militari israeliani stazionano non lontano.
A Tel Aviv intanto le famiglie degli ostaggi hanno manifestato davanti ad un edificio dell’ambasciata USA per chiedere “un gran bell’accordo” sulla liberazione degli ostaggi, facendo il verso alla “grande bellissima legge” di bilancio USA appena approvata dal Congresso e che il presidente Trump promulgherà questa sera.