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Giappone, uscire dal nucleare costa

I giapponesi dovrebbero pagare il doppio per le bollette

  • 04.09.2012, 12:08
  • 30.05.2023, 17:03
Centr. nucl. Oi, Giappone, 12.6.2012, Ky_.jpg

La centrale nucleare di Oi

  • KEYSTONE

L'abbandono del nucleare può costare al Giappone investimenti nelle fonti rinnovabili pari ad almeno 50'000 miliardi di yen (500 miliardi di euro) entro il 2030.

È la stima diffusa oggi dal governo, nell'ambito delle nuove politiche energetiche del Paese che «saranno completate entro la fine della settimana o agli inizi della prossima», ha detto il ministro delle Politiche nazionali, Motohisa Furukawa. Le famiglie dovrebbero sostenere oneri legati alle bollette energetiche pressoché doppi: dalla media mensile del 2010 di 16'900 yen (169 euro) al massimo di 32'243 yen del 2030.

Il fronte anti-nucleare si allarga

Questa prima valutazione del Governo interviene in un clima politico piuttosto acceso: da giorni sit-in con diverse migliaia di persone contro il nucleare hanno circondato la residenza del premier. In parlamento si rafforza il fronte anti-atomo: il “Circolo delle centrali nucleari pari a zero”, promosso dal democratico Shoichi Kondo e dal liberlademocratico Taro Kono, ha raccolto 83 adesioni da quasi tutti i partiti.
E, in vista delle prossime elezioni politiche generali, il nucleare si profila come uno dei temi portanti della campagna elettorale.

Quattro fonti alternative

Il ministro dell'Ambiente, Goshi Hosono, ha tracciato uno schema secondo cui il Giappone dovrebbe aumentare di 6 volte la capacità di generare elettricità da 4 categorie di fonti rinnovabili entro il 2030, unica via possibile per eliminare le centrali nucleari. «Con sforzi combinati come lo sviluppo dell' energia geotermica su base regionale e degli inceneritori con generatori a biomassa, possiamo ridurre il peso del nucleare», ha osservato Hosono, in un'intervista al quotidiano Nikkei.

Un aumento esponenziale

L'ipotesi è espandere la capacità elettrica dell'eolico (da 30’000 kilowatt dell'anno fiscale 2010 a 8,03 milioni kw del 2030), del geotermico (da 530’000 kw a 3,88 milioni kw) e dalle biomasse (da 2,4 a 6 milioni kw). L'ultimo pilastro è quello di onde marine e maree (obiettivo di 1,5 milioni kw), con tecnologie e modalità in fase di studio e possibilmente pronte entro il 2020. Le isole eoliche galleggianti sull'oceano dovrebbero essere sviluppate entro il 2020, con una potenza pari a 8 reattori nucleari.

Attualmente, dopo le 4 unità di Fukushima distrutte dal sisma/tsunami dell'11 marzo 2011, il Giappone conta nel complesso 50 reattori, di cui soltanto due, i n.3 e 4 di Oi (prefettura di Fukui), sono in funzione.

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