Gli Stati Uniti sono entrati alla mezzanotte locale (le 6.00 in Svizzera) ufficialmente in shutdown, con conseguente congelamento di parte dell’amministrazione federale. È la prima volta che accade in sette anni e al momento non c’è una soluzione in vista all’impasse di bilancio al Congresso americano tra i repubblicani di Donald Trump e l’opposizione democratica.
Centinaia di migliaia di dipendenti pubblici saranno posti in disoccupazione provvisoria. Si prevedono notevoli disagi per gli utenti dei servizi pubblici. Questa situazione, altamente impopolare negli Stati Uniti, non ha precedenti negli ultimi sette anni.
Cos’è lo shutdown?
Lo shutdown amministrativo negli Stati Uniti è il blocco delle attività governative non essenziali. È un provvedimento che scatta quando il Congresso non riesce ad approvare la legge di bilancio. Si ha quindi una paralisi finanziaria: le attività amministrative non vengono finanziate e si fermano.
Il primo blocco di questo genere si verificò nel 1976. In seguito è successo altre venti volte, con una durata massima di tre settimane. L’ultimo shutdown risale al 22 dicembre 2018.
Ogni partito sta già incolpando l’altro. I Democratici “vogliono chiudere tutto. Non lo vogliamo”, ha assicurato Donald Trump martedì pomeriggio, prima di adottare un tono minaccioso appena velato. “Molte cose positive possono venire dalle chiusure. Possiamo liberarci di molte cose che non vogliamo, e queste sarebbero cose democratiche”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti.
Il leader repubblicano del Senato, John Thune, ha dichiarato che la Camera voterà nuovamente sulla misura nella giornata di oggi, mercoledì. Il Senato si riunirà alle 16.00 ora svizzera.
La durata di un eventuale blocco potrebbe essere fondamentale per i mercati, poiché la prossima decisione politica della Fed, il 29 ottobre, è ancora lontana settimane. Gli operatori attualmente considerano un taglio di un quarto di punto percentuale quasi certo, con probabilità implicite di mercato intorno al 95%, secondo i dati LSEG.
Mercoledì il dollaro si è attestato vicino al minimo di una settimana rispetto alle principali valute, mentre il governo statunitense ha avviato un blocco che probabilmente ritarderà la pubblicazione di dati cruciali sull’occupazione.