Fino a pochi anni fa la Groenlandia sembrava un luogo ai margini, quasi fuori dal tempo. Oggi è al centro di un’attenzione planetaria. Non solo per i suoi ghiacci e la natura incontaminata, ma perché racchiude nel sottosuolo risorse strategiche cruciali per il futuro energetico del mondo. E perché la sua posizione geografica la rende un tassello fondamentale nei nuovi equilibri geopolitici globali.
Un’isola nel mirino
Quando nel 2019 Donald Trump dichiarò di voler acquistare la Groenlandia, il mondo sorrise. I groenlandesi molto meno. Perché sapevano che quella battuta conteneva un fondo di verità. Da allora Trump ha ribadito più volte la sua volontà di annettere l’isola. L’ultima il 5 marzo, durante il discorso sullo Stato dell’Unione, quando ha detto senza mezzi termini “In un modo o nell’altro ce la prenderemo”.
Ma la risposta della maggioranza dei groenlandesi è chiara: “Siamo inuit liberi”, dice con fermezza Jessen, pescatore e cacciatore, intervistato per un reportage andato in onda a Falò. “Non siamo in vendita”, rincara Hanna, che non ha intenzione di cedere la propria identità in cambio di soldi.
Voci e volti della resistenza
Keto Christiansen, artista ed elettricista, usa l’ironia come forma di resistenza. Già nel 2019 aveva dipinto una “Trump Tower” nel cuore della capitale, Nuuk, come monito visivo del contrasto tra la cultura tradizionale inuit e le logiche del potere globale. “Qui non c’entra niente”, dice aggiungendo “Io non voglio soldi. Se ho cibo e un tetto, ho già tutto”.
E così la pensa anche Lars Mathæussen, una vita in mare e poca voglia di cambiarla. “Ho iniziato a sei anni, con mio padre. Navigare qui è difficile e pericoloso, ma è la nostra vita. Quando non riuscirò più a salire a bordo, mi farò issare da una gru”, dice esprimendo il suo attaccamento alla terra e alla libertà.

Le rotte marittime artiche
Sotto il ghiaccio, un tesoro
Ma è proprio quel ghiaccio a nascondere il vero oggetto del desiderio. Oro, argento, litio, rame, terre rare: la Groenlandia è un giacimento minerario a cielo aperto. “Abbiamo 30 dei 50 minerali critici per gli Stati Uniti”, spiega alla RSI Christian Keldsen, della Greenland Business Association.
Il governo groenlandese ha rilasciato un centinaio di licenze per lo sfruttamento delle risorse minerarie, ma per il momento c’è soltanto una miniera operativa. “Fare impresa in Groenlandia è costoso e rischioso, a causa della mancanza di infrastrutture, dei problemi logistici, del clima rigido, della burocrazia”, spiega Javier Arnaud, professore di Economia all’Università di Nuuk.
Un caso emblematico è quello del giacimento di Kvanefjeld, nel sud dell’isola, uno dei più ricchi depositi di terre rare del pianeta, ma contenente anche uranio. La popolazione locale ha bloccato il progetto per timori ambientali, e la società mineraria ha avviato un procedimento legale. “Non possiamo estrarre nulla. Siamo fermi. Speriamo cambino idea”, racconta Svend Hardenberg, consulente per l’azienda internazionale coinvolta.
Tra innovazione e autodeterminazione
Ma la Groenlandia non resta ferma. Giovani come Casper Frank Møller, fondatore dell’agenzia turistica sostenibile Raw Arctic, puntano su un turismo a basso impatto, fondato sul rispetto dell’ambiente e delle culture locali. “Abbiamo uno degli ultimi ecosistemi incontaminati. Il mio sogno è mostrarlo a chi lo rispetta”, afferma. Lo stesso Casper, con radici danesi e inuit, incarna la complessità identitaria di un popolo diviso tra passato coloniale e sogno di indipendenza.
E proprio l’indipendenza dalla Danimarca è uno dei temi politici più spinosi. La maggior parte della popolazione la desidera, ma le opinioni divergono sulle tempistiche. “Abbiamo il potenziale per un’economia forte”, dice Ane Amalia. Ma Lars, più realistico, osserva: “Per ora compriamo tutto dalla Danimarca, persino l’assistenza sanitaria”.
Una terra che guarda avanti
“Il futuro della Groenlandia è luminoso”, dice ancora Casper. “Siamo gente fiera, chiediamo solo rispetto”. Un rispetto che passa per l’ascolto, la prudenza, ma anche il riconoscimento di una sovranità culturale che non può essere messa all’asta.