Domenica il paese più popoloso dell’America centrale va alle urne per eleggere presidente, vicepresidente, 160 deputati del congresso, 340 cariche municipali e 20 deputati del Parlamento centroamericano.
Oltre 9 milioni di persone in Guatemala hanno diritto al voto, ma solo il 53% si è presentato nelle precedenti elezioni e quest’anno si prevede un’affluenza ancora inferiore, segnale della disillusione politica nel paese.
La campagna elettorale si è svolta a colpi di denunce tra candidati che hanno portato all’esclusione di tre di loro: tra questi Carlos Pineda, uomo di affari con grande seguito sulla piattaforma TikTok e che all’inizio di maggio contava con il 23,1% dei favori, il primo tra tutti i candidati.
Il timore principale è che le elezioni vengano manipolate in maniera da garantire l’immunità giudiziaria ai predecessori, una garanzia che ogni amministrazione cerca di assicurarsi prima di lasciare il posto. E tra i candidati con maggiore possibilità di vittoria non si vedono riformatori, in un paese in cui la democrazia è stata reintrodotta solo nel 1985.
SEIDISERA del 24.06.2023 - Il servizio di Laura Daverio
RSI New Articles 24.06.2023, 19:34
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Tra gli oltre 20 candidati, non un passato problematico. In cima ai sondaggi c’è Sandra Torres, con il 21,3% dei potenziali voti. È la ex moglie del Presidente Alvaro Colom, al potere dal 2008 al 2012. Nel 2019 è stata condannata per associazione illecita e finanziamenti elettorali non denunciati.
Con il 13,4% dei favori, Edmond Mulet, viene invece dalla carriera diplomatica presso le Nazioni Unite: è rimasto coinvolto in una investigazione di traffico di migliaia di bambini scomparsi negli anni ’80 in Guatemala e mandati in adozione all’estero. Mulet nega aver avuto alcun ruolo.
Terza con il 9,1% dei potenziali voti, la candidata Zury Rios è la più controversa. Secondo la costituzione non avrebbe potuto neanche candidarsi in quanto figlia di un dittatore. Il padre Efraín Ríos Montt è salito al potere grazie a un colpo di stato, mantenendo il potere tra il 1982 e il 1983. In seguito fu condannato per genocidio e crimini contro l'umanità. La figlia nega tale accuse.
Per molti analisti il paese rischia di sprofondare in un crescente autoritarismo. Ne è prova la popolarità del “Modello Bukele” nelle campagne elettorali dei candidati. Si riferisce alle azioni del presidente salvadoregno Nayib Buekle. In El Salvador vige lo stato di emergenza dal marzo 2022, durante il quale si sono sospesi gran parte dei diritti civili e si sono susseguiti continui arresti di massa. Il fatto che un approccio tanto radicale abbia portato ad abbassare il numero di omicidi, ha offuscato la gravità di violazione dei diritti umani nel paese, ormai sotto il controllo totale del presidente.
La sua popolarità è quanto preoccupa gli osservatori dove la democrazie è più a rischio, Guatemala incluso. Tra l’altro il paese rimane tra i primi per numero di richiedenti asilo negli Stati Uniti. Poche speranze ricadono sulla capacità di queste elezioni di cambiare le condizioni che continuano a spingere migliaia di persone ad abbandonare il paese.