Il partito pro-europeista PAS (Partito azione e verità) della presidente Maia Sandu ha vinto le elezioni legislative in Moldova, considerate uno spartiacque per il Paese “conteso” fra le spinte verso Occidente da una parte e l’influenza russa in particolare a est, dove in Transnistria Mosca ha anche un contingente militare. Secondo un risultato ufficiale pubblicato dalla commissione elettorale centrale, che tiene conto del 99,52% dei voti scrutinati, ha ottenuto il 50,03% dei voti. Il Blocco patriotico pro-russo di Igor Dodon ha fatto segnare il 24,26%. Il Movimento alternativo nazionale del sindaco di Chisinau Ion Ceban, che aveva invitato a votare contro il PAS, si piazza terzo con il 7,99% dei voti.
Erano da attribuire 101 seggi, con una ventina di formazioni in lizza. Il PAS dovrebbe ottenerne 55, a fronte dei 63 che aveva in precedenza.
Alla consultazione ha preso parte circa il 52% degli aventi diritto. Entrambi i fronti hanno accusato l’altro di manipolazioni e di tentativi di intimidazione. Chisinau ha denunciato ingerenze da parte di Mosca. Nel 2021 il PAS aveva vinto con il 52,8% dei voti, contro il 27,2% del Blocco prorusso.
L’ex repubblica sovietica, indipendente dal 1991, ha 2,4 milioni di abitanti e un milione di cittadini all’estero. Proprio questa diaspora, pro-occidentale, ha un peso importante sull’esito elettorale: lo scorso anno era stata decisiva per la riconferma di Sandu alla presidenza.