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La Flottiglia va avanti mentre la diplomazia lavora

“Rischi elevatissimi” secondo l’Italia, che media per una soluzione alternativa a forzare il blocco israeliano

  • Un'ora fa
  • 33 minuti fa
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RG 07.00 del 29.09.2025 La corrispondenza di Alessandro Braga

RSI Info 29.09.2025, 07:57

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Di: ANSA/pon 

Sono ore decisive per la Global Sumud Flotilla diretta a Gaza dove spera di arrivare giovedì. Le imbarcazioni - sempre seguite a distanza da una fregata della marina italiana - hanno affrontato il mare mosso e si sono lasciate alle spalle Creta. I piani restano quelli originali ma l’Italia, pur con toni concilianti, sta intensificando la pressione per una soluzione alternativa. Una delegazione è stata ricevuta dal ministro della difesa Guida Crosetto domenica, dopo aver sentito telefonicamente quello degli esteri Antonio Tajani. Le istituzioni fanno leva sul “senso di responsabilità”, l’invito di Roma, con l’appoggio della Chiesa, resta quello di scaricare gli aiuti a Cipro perché poi vengano consegnati nella Striscia attraverso il porto israeliano di Ashdod.

Un’opzione che gli attivisti continuano a respingere. Forzando il blocco israeliano di fronte a Gaza, la Sumud Flotilla “si esporrebbe a pericoli elevatissimi e non gestibili”, secondo Crosetto, che già nei giorni scorsi aveva dichiarato che la sicurezza non potrebbe essere garantita in acque israeliane.

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Global Sumud Flotilla presa di mira in acque greche, la testimonianza del ticinese Fabrizio Ceppi

RSI Info 24.09.2025, 13:06

Gli equipaggi, tuttavia, ribadiscono la totale legalità delle loro azioni: navigano in acque internazionali e quelle antistanti Gaza, peraltro, non sono riconosciute come israeliane anche se oggetto da anni di un blocco militare imposto dallo Stato ebraico (e illegale alla luce del diritto internazionale).

Resta quindi il timore di un intervento dei soldati di Tel Aviv, che ha già fatto sapere che non permetterà lo sbarco. Il presidente Isaac Herzog, ricevendo l’ambasciatore italiano Luca Ferrari, ha assicurato domenica che non si farà uso però di “forza letale”. Il ricordo va alla Mavi Marmara, presa d’assalto dai militari israeliani nel 2010 durante un tentativo analogo, con un bilancio di nove morti.

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