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Il “rito ambrosiano” dell’edilizia a Milano

Il giornalista Gianni Barbacetto, autore di Contro Milano, aveva anticipato il sistema urbanistico al centro dell’inchiesta che coinvolge anche il sindaco Sala

  • Ieri, 20:20
06:52

Milano, indagato il sindaco Sala

SEIDISERA 17.07.2025, 18:00

  • Keystone (foto darchivio)
Di: SEIDISERA/RSI INFO 

L’inchiesta della Procura di Milano, che coinvolge il sindaco Beppe Sala e altri nomi noti dell’architettura e dell’imprenditoria, nasce da due episodi chiave: la nomina controversa di Giuseppe Marinoni alla Commissione per il paesaggio e le presunte pressioni per far approvare il progetto di riqualificazione dell’ex Pirelli in via Melchiorre Gioia. Ma questi episodi sono solo la punta dell’iceberg, come spiega a SEIDISERA Gianni Barbacetto, giornalista del “Fatto Quotidiano” e autore del libro Contro Milano – uscito a gennaio – che ha anticipato il sistema edilizio oggi sotto inchiesta.

L’indagine, avviata nel 2023 dopo la denuncia di alcuni residenti contro un palazzo sorto in un cortile, ha portato alla luce un sistema consolidato di gestione urbanistica che per anni avrebbe operato secondo un “rito ambrosiano”: consuetudini locali che, di fatto, aggiravano o contraddicevano le norme nazionali. A Milano, demolire un garage e costruire un grattacielo poteva essere considerato una semplice ristrutturazione. Il risultato? Costi bassissimi per i costruttori, boom di investimenti immobiliari, ma anche un’esplosione dei prezzi delle case e l’esodo di oltre 400’000 residenti. “I prezzi sono a livello di Londra, ma gli stipendi sono a livello italiano.”, sottolinea Barbacetto.

Il cuore del sistema, secondo la Procura, è la Commissione per il paesaggio di Milano, un organo con poteri decisionali straordinari, composto da progettisti scelti dal sindaco. Questi professionisti, dopo aver approvato o bocciato progetti in veste pubblica, tornavano a lavorare nel privato, spesso per gli stessi soggetti coinvolti nei progetti valutati. Un meccanismo che avrebbe favorito traffici di influenze e corruzione, non più tramite tangenti, ma attraverso incarichi professionali.

Alcuni progetti, inizialmente respinti, venivano approvati senza modifiche sostanziali dopo il semplice cambio del progettista. Un segnale chiaro di un sistema opaco e clientelare. Le richieste di arresto avanzate riguardano, oltre a esponenti dell’amministrazione comunale come l’assessore Giancarlo Tancredi, anche membri di Commissioni tecniche, progettisti e costruttori. 

Il Comune di Milano, da parte sua, ha sempre sostenuto di aver agito nel rispetto delle norme, interpretando la legge in modo esteso ma legittimo. Nel frattempo, l’inchiesta ha però determinato un blocco quasi totale dei cantieri in città e un significativo rallentamento delle pratiche amministrative. Le prossime settimane saranno decisive per l’evoluzione del caso che mette sotto pressione la giunta comunale, solleva interrogativi sulla gestione urbanistica della città e divide a livello nazionale maggioranza e opposizione di governo.

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Milano, bufera sull'amministrazione

Telegiornale 17.07.2025, 12:30

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