Una sponsorizzazione di una quarantina di milioni di euro (la cifra esatta non viene citata) in cambio dell’organizzazione, attraverso le Barça Academies, di un programma di promozione dello sport (dal calcio, al basket, alla pallamano fino al futsal e al roller hockey, insomma tutti quelli della galassia blaugrana) attraverso campi per ragazzi e corsi per tecnici. Questo l’accordo della validità di quattro anni annunciato giovedì dal Barcellona, uno dei club più prestigiosi d’Europa. A far discutere è la controparte: il Governo della Repubblica Democratica del Congo.
Sul retro delle maglie da allenamento di tutte le squadre professionistiche dei catalani, infatti, apparirà la scritta “R.D. Congo - Cuore dell’Africa”. Inoltre, nel nuovo Camp Nou troverà spazio una “Casa del Congo”. E il perché delle polemiche è presto detto: lo Stato africano sta vivendo un periodo particolarmente travagliato.
È in corso un conflitto interno fra l’esercito nazionale e i ribelli dell’M23 che ha causato migliaia di morti e aggravato la crisi umanitaria già esistente, con centinaia di migliaia di sfollati. I guerriglieri controllano ancora la regione nord-orientale del Kivu, ricca di materie prime e terre rare, da cui proviene l’80% del coltan del mondo. A fine giugno Kinshasa ha firmato un accordo di pace con il vicino Ruanda, sostenitore dell’M23, con cui era in conflitto da decenni. I dettagli sono ora oggetto di negoziati.
Fra i più i critici nei confronti del Governo di Felix Tshisekedi c’è Moise Katumbi, già candidato alla presidenza e numero uno del Tout Puissant Mazembe, il più noto club calcistico del Paese. Prima di pensare allo sponsoring, sottolinea, Kinshasa dovrebbe garantire condizioni di vita migliori alla popolazione e combattere la fame. In Congo, aldilà della crisi umanitaria e della mancanza di sicurezza, anche il calcio poi non se la passa bene: la lega soffre di un’endemica carenza di fondi e strutture.
Peraltro anche il già citato Ruanda si era già lanciato in operazioni simili a quella congolese, ma nella Premier League inglese, con la differenza che Kigali economicamente se la passa senz’altro meglio anche a livello di sicurezza e di infrastrutture, tanto da apprestarsi ad ospitare i mondiali di ciclismo.
Anche in Spagna la scelta dei catalani ha fatto discutere, in particolare sulla stampa. Si fa notare che la sponsorizzazione congolese fa a pugni con il partenariato che il club aveva già siglato con l’UNHCR, l’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati.