La Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda hanno firmato venerdì a Washington un accordo di pace per porre fine al conflitto armato nella regione orientale del Congo. Una guerra che, negli ultimi anni, ha causato migliaia di vittime e una grave crisi umanitaria.
L’accordo, accolto con favore dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, si basa su una Dichiarazione di principi concordata tra i due Paesi ad aprile. Include disposizioni sul “rispetto dell’integrità territoriale e la cessazione delle ostilità” nell’est della RDC a seguito dell’offensiva condotta dal gruppo armato M23. Le milizie ad inizio anno avevano occupato vaste aree del territorio orientale congolese, sequestrando città e miniere ricche di minerali essenziali, come il cobalto e il coltan.
L’intesa arriva dopo anni di tensioni e di cessate il fuoco violati. Per Washington è un successo diplomatico: Trump ha parlato di “grande passo verso la pace”, mentre Kigali e Kinshasa hanno confermato l’impegno a interrompere ogni sostegno ai rispettivi gruppi armati.
Il conflitto si inserisce in una crisi più ampia e di lungo corso: le tensioni tra i due Paesi risalgono agli anni Novanta, quando, all’indomani del genocidio in Ruanda, milioni di rifugiati attraversarono il confine congolese, innescando una spirale di instabilità che ancora attraversa la regione.
Trump: “Un nuovo capitolo di speranza”
Il presidente statunitense Donald Trump ha accolto con favore venerdì la firma di un accordo di pace tra la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda che, secondo lui, apre “un nuovo capitolo di speranza” nella regione. “Oggi, la violenza e la distruzione finiscono e l’intera regione inizia un nuovo capitolo di speranza e opportunità, di armonia, prosperità e pace”, ha dichiarato il presidente Donald Trump al fianco dei ministri degli Esteri dei due paesi. “È un giorno meraviglioso”, ha aggiunto.