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In Italia la sanità si ferma per 24 ore

È scattato martedì lo sciopero di medici e infermieri, che protestano contro i tagli delle pensioni, gli stipendi al palo e la carenza di personale

  • 5 dicembre 2023, 07:04
  • 5 dicembre 2023, 07:08

RG 7.00 del 5.12.2023: Il servizio di Anna Valenti sullo sciopero degli operatori sanitari in Italia

RSI Info 05.12.2023, 06:28

  • ANSA
Di: RG/Valenti/RSI Info

In Italia è una giornata nera per chi ha bisogno di cure: per gli operatori sanitari è infatti scattato, martedì, uno sciopero nazionale di 24 ore. Ventiquattro ore in cui sono garantiti soltanto i servizi pubblici essenziali: emergenze, pronto soccorso, terapie intensive, unità coronariche, assistenza ai malati oncologici e interventi chirurgici impossibili da rinviare.

Incrociano le braccia non solo i medici, ma anche ostetriche, infermieri, dirigenti e altri operatori sanitari. Nel mirino le politiche del governo in tema di sanità e le misure inserite nella legge di bilancio, dai finanziamenti insufficienti per sostenere il sistema sanitario nazionale al taglio delle pensioni dei medici generato dal nuovo meccanismo di calcolo della conversione dei contributi versati tra gli anni Ottanta e Novanta, che tocca circa 5’000 camici bianchi.

Ma protestano anche per il mancato adeguamento dello stipendio che avrebbe aiutato almeno un po’ a contrastare l’esodo di personale sanitario dal pubblico al settore privato e la fuga verso l’estero.

Un altro punto di contrasto e preoccupazione per gli operatori sanitari sono le mancate assunzioni. Secondo i dati dell’Ordine degli infermieri, mancano almeno 65’000 unità. Soltanto quest’anno ne andranno in pensione 6’000 e solo una piccola parte sarà sostituita. Tra dieci anni lasceranno poi il mondo del lavoro 127’000 infermieri.

Cronica anche la carenza di medici: oggi in Italia ne mancano 15’000. Il personale preso, negli ultimi mesi, da Argentina e India non basta ad arginare il buco.

Lo sciopero odierno vuole essere anche una forma di lotta per salvaguardare e difendere il sistema sanitario nazionale che, secondo i sindacati di categoria, continua a essere depotenziato.

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