I rumeni si recano alle urne per eleggere il presidente, consultazione cruciale per il consolidamento della democrazia e per il rinnovamento di un paese tuttora alle prese con un alto tasso di corruzione e un sistema giudiziario non ancora pienamente indipendente.
Quello di oggi, domenica, sarà, in ogni caso, un voto destinato a imprimere un'ulteriore svolta nella storia nazionale, 25 anni dopo la caduta della dittatura. Che vinca il social-democratico Victor Ponta o il liberale Klaus Iohannis, il nuovo capo dello Stato sarà infatti il primo a non aver avuto nulla a che fare col regime di Nicolae Ceusescu.
I sondaggi dicono che il favorito è il premier uscente, che conterebbe sul 40% dei suffragi. L'avversario, esponente della minoranza d'origine germanica, non andrebbe oltre il 29%. Cifre che imporrebbero il ricorso al ballottaggio. Al secondo turno, il 16 novembre, Ponta s’imporrebbe col 55% dei favori. La presidenza andrebbe quindi alla sinistra, dopo i due mandati di Traian Basescu, uomo della destra che, come Costituzione vuole, non ha potuto ripresentarsi.
ANSA/dg