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Italia: influencer nel mirino della Finanza

Si vantavano sui social delle loro spese pazze, recuperati dal fisco oltre 11 milioni di euro - Associazioni dei consumatori: il settore è un Far West

  • 9 marzo, 17:42
  • 9 marzo, 17:42
04:08

Notiziario delle 17:00 del 09.03.2024

Notiziario 09.03.2024, 17:30

  • Ansa
Di: Agenzie/Info RSI 

Molto bravi a far fruttare i social, molto meno nel fare la dichiarazione dei redditi: dopo il caso Ferragni gli influencer tornano a fare notizia in Italia per le loro “dimenticanze” fiscali.

Un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Bologna ha permesso di recuperare undici milioni di euro di imposte non pagate da quattro big del settore e da cinque “digital creator”, attivi su siti noti soprattutto per i contenuti riservati ai soli adulti.

Nomi grossi, almeno per chi il settore lo frequenta, con un totale di quasi 50 milioni di follower in tutto. Gianluca Vacchi, quarto tra i più seguiti in Italia, ricava da ogni post circa 69’000 dollari. Giulia Ottorini, 22 anni, si vantava di essere riuscita a spendere 30’000 euro in quattro giorni, ma l’Agenzia delle entrate non ha mai visto un euro.

Conosciutissima dalla rete ma sconosciutissima al fisco anche Eleonora Bertoli, classe 1996, mentre il rapper Luis Sal - già socio di Fedez - aveva già fatto parlare di sé per una causa giudiziaria intentata all’ex compagno di Chiara Ferragni. “Non sono un evasore: ho sempre dichiarato tutto e pagato le tasse, anche in anticipo” ha scritto su Instagram.

In generale gli indagati hanno scelto la strada della collaborazione, liquidando le somme richieste.

“È un far west, servono regole”

L’indagine era iniziata nel 2022, subito dopo il Covid e sembra a farla scattare sia stato un esposto del Codacons: questo almeno afferma il coordinamento delle associazioni italiane di difesa dei consumatori, che plaude all’operazione e chiede regole.

Quello degli influencer “è un mondo opaco che nel 2023 ha generato, solo in Italia, un giro da 348 milioni di euro, afferma il presidente Carlo Rienzi. È urgente stabilire regole stringenti, sia allo scopo di garantire maggiore trasparenza agli utenti, sia per assicurare che i proventi siano correttamente dichiarati al fisco”.

A creare problemi non ci sono solo le questioni fiscali. “La scorrettezza comincia con il fatto di non segnalare che un post è frutto di una sponsorizzazione”, afferma il presidente della Unione nazionale consumatori Massimiliano Dona.

Ferragni ai ferri corti con l’Espresso

Chiara Ferragni ha intanto deciso di diffidare il settimanale italiano l’Espresso, che ha deciso di dedicarle la sua storia di copertina. “Una rete ingarbugliata di società, una girandola di quote azionarie, partner ingombranti, manager indagati e dipendenti pagati poco”, si legge sulla copertina, dove la celebre influencer – finita nei guai per una storia di sponsorizzazioni non dichiarate – appare truccata come Joker, il cattivo di Batman.

La Ferragni ha chiesto di bloccare la distribuzione, riservandosi ogni azione legale.

Anche Biden li usa

Fisco o non fisco, quello degli influencer non sembra però un settore in declino, anzi. Mentre i media tradizionali devono fare i conti con una costante erosione di pubblico e campagne che mettono in dubbio la credibilità dei giornalisti, anche la comunicazione pubblica sembra voler aprire al loro uso.

In occasione dell’ultimo discorso sullo Stato dell’Unione del presidente USA Joe Biden, giovedi scorso, lo staff di comunicazione della Casa Bianca ha coinvolto oltre una settantina tra creativi e creatori di contenuti digitali, con un totale di oltre 100 milioni di follower. E naturalmente ha messo il discorso a disposizione dei social. I tempi in cui erano solo i giornalisti a parlare con il potere sono tramontati da tempo.

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