“Alcune critiche sono giustificate e gli Stati Uniti restano il nostro più grande alleato”. Butta acqua sul fuoco Kaja Kallas, responsabile della politica estera dell’Unione europea (UE), di fronte all’attacco frontale della Casa Bianca contro le leadership europee formulato nero su bianco nella nuova strategia di sicurezza nazionale americana divulgata ieri, che ha finora suscitato poche reazioni nel Vecchio Continente. Nel documento di una trentina di pagine pubblicato sul sito della Casa Bianca, che comprende anche un rinnovato interesse di Washington per l’America Latina, l’amministrazione Trump incita alla resistenza in Europa contro i governi.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/mondo/Difesa-le-priorit%C3%A0-di-Trump-si-spostano-sull%E2%80%99America-Latina--3332306.html
Al Radiogiornale la responsabile degli Esteri Bettina Müller ha commentato il nuovo scontro tra le due sponde dell’Atlantico, partendo proprio dai contenuti di questo documento.
“La nuova strategia di sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump da ieri segna una svolta radicale rispetto ai documenti di tutte le amministrazioni precedenti. È un testo che definisce quali sono le sfide a livello di sicurezza per gli Stati Uniti e le strategie per affrontarle. E se in passato lo sviluppo tecnologico militare della Cina e le guerre militari o ibride della Russia erano definite come minacce, ora questi due grandi Paesi vengono visti come un’opportunità per fare affari, mentre l’Europa, alleata dal dopoguerra con le sue attuali leadership, è descritta come un continente in grave declino. Una civiltà che rischia addirittura di essere cancellata, dove la libertà d’espressione è soffocata e i partiti politici d’opposizione sono repressi. L’unico segnale d’ottimismo sull’Europa, si dice nel documento, sono i partiti definiti patriottici, cioè quelli con un’agenda politica simile a quella di Trump, che sono invitati a coltivare la resistenza alla traiettoria politica attuale dell’Europa. Queste non sono posizioni nuove: il vicepresidente JD Vance aveva detto cose simili alla Conferenza per la sicurezza di Monaco lo scorso febbraio, ma è la prima volta che un’ostilità così aperta è fissata in un importante documento strategico”.
A questo punto cosa dire quindi della reazione conciliante di Kaja Kallas?
“La strategia è quella di negare la rottura con gli Stati Uniti, di cui al momento non si può fare a meno a livello di difesa e a livello economico. Ma come ha detto ieri il presidente francese Macron, anche gli Stati Uniti hanno bisogno dell’Europa se vogliono arrivare a una pace tra Russia e Ucraina. Il buon viso a cattivo gioco europeo finora ha permesso di contenere il livello dei dazi americani e di evitare, almeno per il momento, una capitolazione dell’Ucraina e di evitare un divorzio conclamato con gli Stati Uniti. Ma bisognerà capire fino a quando questa strategia reggerà davanti all’opinione pubblica europea e di fronte a colpi sempre più virulenti dell’amministrazione Trump. Il rischio di apparire impotenti e servili c’è e politicamente non è certo pagante”.










