I tedeschi ora criticano il compromesso raggiunto in tema di dazi con gli Stati Uniti dalla loro connazionale, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Critica anche l’Industria. Ma va ricordato che è proprio l’industria tedesca e il governo Merz che hanno spinto per evitare uno scontro con gli Stati Uniti.
Anche se Friedrich Merz, da quando è cancelliere, esorta i tedeschi a considerare il bicchiere non mezzo vuoto ma come mezzo pieno, nelle reazioni all’accordo sui dazi fra Unione Europea e Stati Uniti, a prevalere in Germania è ugualmente il pessimismo.
Il 10% dei posti di lavoro nel settore automobilistico sarebbero ora in pericolo, sostiene la presidente dell’associazione tedesca dei costruttori Hildegard Müller. Eppure erano state proprio le case automobilistiche tedesche, Volkswagen, Mercedes-Benz e BMW a chiedere un accordo con gli Stati Uniti, costi quello che costi, e avevano addirittura inviato una propria delegazione a Washington per negoziare con l’amministrazione Trump, sostenendo che sarebbe stato meglio un cattivo accordo che nessun accordo. Ora che l’accordo c’è, si lamentano invece un poco tutti. Il compromesso raggiunto da von der Leyen è un passo indietro per tutti noi, sostiene in una nota l’Unione delle industrie farmaceutiche tedesche.
Per quella del settore meccanico metallurgico l’accordo rappresenterebbe invece addirittura una catastrofe. Per un’economia come quella tedesca, che dipende al 42% dalle esportazioni, l’accordo sui dazi costerebbe solo quest’anno alle imprese dai 6 ai 10 miliardi di euro, ha calcolato l’Istituto di economia di Kiel. Anche l’impegno da parte dell’Unione europea di importare dagli Stati Uniti energia per un valore di 250 miliardi di dollari all’anno farebbe lievitare i costi energetici in Germania - già molto alti - di almeno un altro 10%.

Dazi: l'accordo UE-USA
Telegiornale 28.07.2025, 20:00