Per Friedrich Merz non ci sono “nel prossimo futuro” le condizioni per il riconoscimento dello stato di Palestina da parte della Germania. Il cancelliere tedesco lo ha detto, rispondendo ad una domanda sul tema, durante la conferenza stampa dopo l’incontro bilaterale con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, momento centrale della sua prima visita in Israele da capo del governo tedesco.
La posizione del leader CDU traccia una linea di demarcazione chiara rispetto a quei partner euroatlantici - come Francia, Spagna, Regno Unito e Canada - che questo passo hanno intrapreso di recente, in risposta all’evolvere della situazione mediorientale. La Germania si allinea in questo all’Italia di Giorgia Meloni e ai paesi del fianco orientale UE.
Per Merz bisogna invece attuare, passo per passo, il piano di pace raggiunto con la mediazione degli USA e dei paesi arabi. “Che cosa ci sarà alla fine [di questo processo] oggi nessuno lo sa. E per questo, a differenza di altri paesi europei, il nostro governo ha preso le distanze da un riconoscimento anticipato [dello Stato palestinese]. Non lo faremo nemmeno nel prevedibile futuro”, ha assicurato il cancelliere.
La soddisfazione di Netanyahu
Visibilmente soddisfatto, il premier israeliano - che da quando è oggetto di un mandato di cattura della Corte penale internazionale ha ridotto viaggi e incontri - ha assicurato che l’avvio della seconda fase del piano di pace è prossimo, ma prima ci sarà una sua visita a Washington, da Donald Trump. Avverrà entro fine mese e saranno “discussioni importanti”, perché la seconda fase “sarà difficile”, anticipa il premier. Si tratta della fase di stabilizzazione e consolidamento della tregua, che prevede il disarmo di Hamas e, condizionato a questo, il ritiro progressivo delle forze israeliane.
“Hamas non può avere alcun ruolo a Gaza, non può rappresentare una minaccia per Israele” ha ribadito Netanyahu ed ha aggiunto di non volersi dimettere nemmeno se riceverà la grazia per i casi di corruzione e abuso in cui è implicato.
Merz: “Sostegno a Israele dato immutabile per noi”
“Essere a fianco di Israele fa parte del nocciolo essenziale, immutabile della politica estera della Repubblica federale tedesca” aveva detto Merz già durante l’incontro con il presidente israeliano Isaac Herzog, prima tappa della visita.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz dal presidente israeliano Isaac Herzog
Riferendosi alla sospensione parziale delle esportazioni di armi tedesche verso Israele, che aveva decretato in agosto, Merz ha spiegato che “le azioni dell’esercito israeliano a Gaza ci hanno posto alcuni dilemmi e a questi abbiamo reagito”, ma ha poi affermato che “fino ad oggi non c’è alcuna divergenza di sostanza tra noi. Israele ha il diritto di difendersi perché è il solo modo di garantire il suo diritto ad esistere”.
Un concetto ribadito durante la visita a Yad Vashem, il memoriale dello sterminio: difendere l’esistenza e la sicurezza di Israele per la Germania è una questione di “responsabilità storica continua”, è il legame che ci unisce.
Telefonata con Abbas, colloquio con Re Abdallah
Prima di partire, Merz aveva telefonato al presidente palestinese Mahmud Abbas, invitandolo a mettere in atto “riforme urgenti” per poter giocare “un ruolo costruttivo” nella gestione di Gaza dopo la guerra. La Striscia di Gaza è da anni sotto il controllo di Hamas e l’autorità nazionale palestinese è completamente esautorata. Merz ha anche denunciato nella telefonata con Abbas l’aumento massiccio della violenza contro i civili da parte dei coloni israeliani in Cisgiordania, ha fatto sapere il suo portavoce.
Ieri sera, prima di arrivare a destinazione, Merz ha effettuato una breve sosta ad Aqaba, in Giordania, dove ha incontrato Re Abdallah. Il cancelliere ha chiesto che aumentino gli aiuti umanitari nella Striscia e che i combattenti di Hamas depongano le armi.









